Morto Gianni Cucco giovedì i funerali

Si è spento a 77 anni Gianni Cucco, il presidente della Canottieri Giudecca dal 1981 al 1992. Cucco, di antica famiglia giudecchina, titolare fino agli anni Novanta del Novecento con il fratello...

Si è spento a 77 anni Gianni Cucco, il presidente della Canottieri Giudecca dal 1981 al 1992. Cucco, di antica famiglia giudecchina, titolare fino agli anni Novanta del Novecento con il fratello Giorgio dell’omonimo squero ora condotto da Roberto Dei Rossi nell’area ex Cnomv, è stato in ordine cronologico il secondo presidente della Canottieri Giudecca, dopo Nino Giuponi che resse la società per pochi mesi nell’anno della fondazione, ma si può ben dire che ne fu in realtà il primo presidente perché a lui si devono il vero avvio dell’associazione, il suo lancio nel panorama della voga sportiva veneziana, il suo consolidamento.

Gianni Cucco è stato il primo artefice della società, ha piantato le radici sulle quali l’albero è cresciuto, ha indicato una strada che poi è stata percorsa negli anni successivi, compresa la scelta del canottaggio come ragion d’essere del sodalizio. Cucco, in gioventù atleta della Bucintoro, ha sempre portato il canottaggio nel cuore, soprattutto come scuola di vita (“I canottieri no’ fa e no’ dise monàe”, ripeteva sempre), e fu lui nel 1985 a chiedere l’iscrizione dell’associazione alla Federazione, trasformando in Canottieri Giudecca quella che dalla fondazione si era chiamata Remiera Giudecca. Pugno di ferro in guanto di velluto, si potrebbe dire di lui. A lui, che assieme a Gigi Seno “Bota” ha di fatto governato il primo decennio della società in un clima informale e familiare, si deve l’acquisto della muta di mascarete che ancora costituisce il cuore dell’offerta remiera giudecchina, a lui si deve l’arrivo del gondolone di rappresentanza. Con Gianni Cucco, spezzato ma non piegato da una lunga malattia, se n’è andato un pezzo di storia della Canottieri Giudecca, o meglio della Giudecca stessa. Ma ciò che ha seminato resta vivo. I funerali saranno celebrati giovedì alle 11 nella chiesa del Redentore.

Riproduzione riservata © La Nuova Venezia