Morta Fulvia Levi testimone della Shoah Fu salvata a Oriago

MIRA
È scomparsa a Trieste all’età di 90 anni Fulvia Levi. Era nata il 19 aprile 1930, la sua era una famiglia ebraica e sefardita da generazioni residente a Trieste. Per sette anni, dal 1938 al 1945, ha vissuto con i genitori da segregata, gli ultimi due anni nascosti in una casa a Oriago, anni segnati dal terrore, da privazioni e dalla separazione da alcune delle persone a lei più care. Lei e la sua famiglia si salvarono grazie alla grande umanità di Adele Zara, oriaghese poi segnalata dalla stessa Levi allo Stato di Israele e nominata “Giusta fra le nazioni”.
Fulvia Levi, professoressa di inglese, dal 1994, anno in cui è andata in pensione, ha iniziato a raccontare la sua storia «come ammonimento, perché non è vero che la storia non si ripete mai». Da diversi anni partecipava a Oriago, davanti alla casa di Adele Zara, alle celebrazioni della “Giornata della Memoria”.
La scomparsa di Fulvia Levi ha colpito molto il territorio mirese. Immediato il cordoglio del sindaco Marco Dori e degli ex primi cittadini Pompeo Volpe e Michele Carpinetti. «Un dolore enorme», commenta Marco Dori, «per tutta la comunità. La ricorderemo sempre per la sua testimonianza e la capacità di parlare al cuore degli studenti e delle istituzioni, ricordando gli orrori della Shoah e il dovere di ciascuno di noi nel difendere la libertà e l’uguaglianza. Non scorderò mai le sue parole e la forza di volontà che metteva nell’essere sempre presente alla cerimonia della Giornata della Memoria a Oriago, ricordando Adele Zara, Giusta tra le Nazioni».
Quest’anno, sempre per motivi di salute, Fulvia Levi non aveva potuto partecipare alla Giornata della Memoria. Tuttavia, lo scorso 29 aprile aveva partecipato a una videoconferenza con il sindaco Dori, organizzata dagli ex sindaci Pompeo Volpe e Michele Carpinetti: «Abbiamo conosciuto Fulvia Levi e apprezzato il suo affetto duraturo per le comunità di Mira e Oriago a cui era legata dai tempi bui della guerra e della persecuzione antiebraica del 1943-1945», ricordano Volpe e Carpinetti, «per anni ci ha sempre ricordato la generosità di Adele Zara che, in quegli anni bui, aveva offerto asilo sicuro a lei adolescente e ai suoi genitori». —
alessandro abbadir
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