Morta dopo un esame Due cardiologi indagati

CHIOGGIA. Ci sono due medici indagati per la morte della 64enne Maria Luisa Olivato, deceduta nell’autoambulanza che dall’ospedale di Chioggia la stava trasferendo a quello di Mirano. A far decidere il pubblico ministero Francesca Crupi per l’iscrizione dei due sanitari dell’Ospedale di Chioggia sono state le prime conclusioni alle quali è giunta la medico legale padovana Silvia Tambuscio, incaricata dell’autopsia della signora. La consulente della Procura avrebbe stabilito, dopo un veloce esame, che la causa del decesso sarebbe la rottura di una delle due coronarie (sono le arterie che portano il sangue al cuore). Rottura che potrebbe essere avvenuta durante la coronarografia che i due medici stavano eseguendo nel centro di Emodinamica di Chioggia.
Il 30 gennaio Maria Luisa Olivato si era presentata nell’ambulatorio di Emodinamica perché doveva essere sottoposta all’esame che viene eseguito in anestesia locale. La coronarografia comporta l’inserimento di un catetere nell’arteria femorale a partire dall’inguine: il catetere raggiunge poi la valvola aortica dove hanno sede le due coronarie e viene utilizzato per valutare e intervenire nel caso vi siano occlusioni o restringimenti delle due arterie. Durante questo esame, per stessa ammissione del primario di Cardiologia di Chioggia Roberto Vale era stata registrata una complicanza e, visto che l’ospedale non è provvisto di un reparto di cardiochirurgia, è stato organizzato il trasferimento all’ospedale di Mirano, ma non è servito perché nel frattempo la signora è deceduta. A segnalare la vicenda all’autorità giudiziaria è stata la Direzione sanitaria dell’ospedale chioggiotto.
«Non capisco», aveva detto Mirco Ferrarese, responsabile della Cgil, «come mai la signora sia stata trasferita a Mirano e non a Mestre dove i tempi di trasporto sarebbero stati più veloci. Se Chioggia è un ospedale di rete deve appoggiarsi al centro provinciale di riferimento che è Mestre. Nei casi di emergenza come questo o l'ospedale di rete riesce a dare risposte in proprio o ci si deve rivolgere all'ospedale più vicino e con i tempi di arrivo più brevi». Sull'episodio il sindacalista preferisce non entrare lasciando alle autorità verifiche su responsabilità o meno. «Senz'altro gli emodinamisti di Chioggia avranno fatto tutto il possibile» continua Ferrarese, «ma in casi di complicanze gravi l'Emodimanica non basta perché serve un intervento chirurgico che a Chioggia non è possibile».
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