Morì schiacciato dalla pressa a Maerne, il gip rigetta il patteggiamento: pena troppo bassa

MAERNE. Michele Favaro, operaio 53enne di Scorzè, è morto il 25 giugno del 2020 in un infortunio sul lavoro alla Dr Costruzioni di Maerne. Rimasto schiacciato da una pressa piegatrice. Procura e difesa avevano concordato un patteggiamento a 1 anno e 2 mesi per Sauro De Rossi, l’amministratore delegato dell’azienda, indagato per omicidio colposo.
Venerdì mattina il Gip Francesca Zancan ha rigettato il patteggiamento, ritenendo evidentemente la pena concordata tra l’accusa e la difesa troppo bassa rispetto a quanto accaduto.
Nel provvedimento con cui rigetta la richiesta di patteggiamento, la giudice evidenza come nell’infortunio non si possa ravvisare alcun concorso di colpa, e quindi come non ci sia nessuna responsabilità da parte della vittima. Nel corso delle indagini successive all’infortunio era stato inoltre accertato che la pressa alla quale Favaro stava lavorando era difettosa, tanto che poi era stata rottamata dall’azienda.
Esclusa anche l’ipotesi, ventilata in una prima fase, che Favaro potesse essere rimasto schiacciato come conseguenze di un gesto volontario. Tra l’altro, almeno fino a oggi, alla famiglia non è stato riconosciuto alcun risarcimento da parte dell’assicurazione della società, un aspetto sottolineato nella memoria presentata in udienza dagli avvocati di parte civile, Guido Simonetti e Simone Zancani, che rappresentano i familiari. Quindi ora l’avvocato difensore di Sauro De Rossi, Federico Doni, dovrà valutare cosa fare. Tra le ipotesi quella di un nuovo accordo sul patteggiamento. L’infortunio sul lavoro era avvenuto al mattino, all’inizio del turno di lavoro del 53enne, un operaio specializzato e giudicato attento e scrupoloso da parte dei colleghi. —
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