Morì per un’emorragia perizia accusa il radiologo

Dolo. Dallo studio presentato ieri in tribunale emergerebbero responsabilità da parte del professionista rinviato a giudizio per omicidio colposo

DOLO. Per il perito nominato dal giudice veneziano Barbara Lancieri, il medico legale Nico Zaramella, il radiologo dell’ospedale di Dolo Filippo Velgos, avrebbe dovuto accorgersi prima dell’emorragia che era in corso nell’addome di Maria Grazia e proprio per questo la pubblico ministero Carlotta Franceschetti ne aveva chiesto il rinvio a giudizio per omicidio colposo.

Ieri, il medico legale ha illustrato la sua perizia, poi il magistrato ha rinviato l’udienza al 17 novembre, giorno in cui interverranno le parti, compreso l’avvocato padovano Pio Meneghini per la parte civile, quindi la sentenza, visto che si tratta di un procedimento con rito abbreviato, allo stato degli atti e, in caso di dichiarazione di responsabilità, una pena ridotta alla fine di un terzo.

Al centro del procedimento c’è la morte, avvenuta alla fine del mese di novembre di tre anni fa in ospedale a Dolo, di Maria Grazia Bresolato, una mamma 42enne di Vigonovo. Una settimana prima, il 22 novembre, era stata sottoposta ad un intervento di by pass gastrico in una clinica di Bergamo. Un intervento chirurgico che aveva deciso per poter dimagrire perché pesava 105 chili. A due giorni dalle dimissioni (il 26 novembre) le condizioni della mamma avevano cominciato ad aggravarsi con febbre e dolori. Il 27 la situazione si è complicata. Era stata ricoverata all'ospedale di Dolo d'urgenza a causa di una emorragia in atto. I medici hanno tentato di salvarla nella notte con un intervento chirurgico all'1.30, ma il quadro clinico è precipitato e la donna alle 4,30 di quella notte è deceduta. «Siamo distrutti», aveva spiegato subito dopo la madre, «e sono sconvolta. Non mi aspettavo che mia figlia morisse così. Ora spero ci diranno cosa è successo. Tutto il paese si è stretto intorno a noi in questo momento di lutto immenso e questo ci fa davvero bene». La donna lavorava come operatrice socio-sanitaria alla Fondazione Opera Immacolata Concezione di Padova con gli ospiti anziani della Residenza Santa Chiara. Il ricordo di Maria Grazia era stato postato anche sul sito dell'Opera: «Le sue doti di serietà e professionalità», si leggeva nel sito aziendale, «sono fuori discussione. Portava il sorriso e il buon umore nei reparti dove lavorava». Maria Grazia inoltre era molto conosciuta anche per la sua attività letteraria. Aveva vinto il premio “Civitas Vitae” nel 2012. A segnalare il caso alla Procura era stata la stessa direzione sanitaria dell’Asl e alla fine degli accertamenti la rappresentante dell’accusa ha chiesto il rinvio a giudizio del radiologo.

Giorgio Cecchetti

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