Morì per una trombosi, assolti gli ortopedici

Per il giudice i due sanitari non hanno alcuna colpa per il decesso di un 62enne nel 2010

CHIOGGIA. Sono stati assolti Claudio Menegazzo e Gol Akbar Sadeghii, i due ortopedici dell’ospedale di Chioggia a processo per la morte del 62enne chioggiotto Raimondo Perini: ieri, il giudice Enrico Ciampaglia ha ritenuto che non sia stata raggiunta alcuna prova certa sul nesso di casualità tra l’assistenza medica prestata all’uomo e il suo decesso e così li ha assolti dall’accusa di omicidio colposo. Alla lettura delle sentenza, si sono levate le grida di protesta della vedova.

Tutto ha avuto iniziato il 24 febbraio 2010, quando Perini venne investito da un auto, cadendo rovinosamente a terra e rompendosi una gamba. L’uomo era così dovuto ricorrere alle cure dei medici dell’ospedale di Chioggia. Un intervento chirurgico per ricomporre la frattura, senza complicazioni.

Eppure, due mesi dopo, il 20 aprile dello stesso anno, l’uomo - proprio mentre veniva sottoposto agli esami radiologici per appurare se l'osso si fosse saldato e dunque se, di lì a qualche minuto, avrebbe potuto togliere l'ingessatura - era crollato a terra ed era morto sotto gli occhi del radiologo e della moglie, che lo stava aiutando.

Al termine delle indagini, la Procura ha così chiesto il rinvio a giudizio per l'automobilista che aveva investito Raimondo Perini e per due ortopedici dell'ospedale di Chioggia, Claudio Menegazzo e Gol Akbar Sadeghi. L’accusa: concorso in omicidio colposo.

Inizialmente erano quattro i medici indagati: i due chirurghi che avevano operato il paziente e i due ortopedici che lo avevano avuto in cura, ma al termine delle indagini, per i primi due la rappresentante della Procura aveva chiesto l'archiviazione delle loro posizioni, così il processo è iniziato per i due soli ortopedici.

Stando all’autopsia, a causare il decesso di Perini sarebbe stata una trombosi e gli accertamenti avrebbero stabilito che il paziente era stato sottoposto a un corretta terapia anticoagulante solo per i 15 giorni immediatamente successivi all'intervento.

Secondo la Procura, vista l’ingessatura e soprattutto la lunga immobilità, il farmaco anticoagulante doveva invece essere prescritto più a lungo, fino a quando l’uomo non avesse potuto muovere la gamba.

Due udienze e, ieri, il giudice Ciampaglia ha deciso assolvere i due ortopedici, dopo che già i due chirurghi che avevano avuto per primi in cura l’uomo - prescrivendogli solo due settimane di eparina - erano usciti dall’indagine. (r.d.r.)

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