Mitilla, la cozza brevettata alla conquista delle tavole italiane

L’ha selezionata Lorenzo Busetto, che alleva mitili a Pellestrina dall’età di 12 anni: «Per sopravvivere bisogna distinguersi, eppoi è davvero diversa come sapore»
Lorenzo Busetto, il 35enne che ha brevettato Mitilla
Lorenzo Busetto, il 35enne che ha brevettato Mitilla

PELLESTRINA. Ha iniziato ad allevare le cozze a dodici anni, insieme al padre e al nonno. Col tempo è diventato titolare dell’azienda di famiglia, da sempre radicata a Pellestrina. Isola da cui non ha mai pensato di andare via, nonostante le difficoltà: «Perché è qui che vive il mio cuore».

Così, dall’amore per la sua terra e dalla passione per il suo lavoro, è nata “Mitilla”. È il marchio di cozze ideato da Lorenzo Busetto e targato Pellestrina. Frutto di una selezione particolare, nel giro di pochi mesi sta spopolando nei principali mercati ittici del nord e sud Italia. Busetto, 35 anni, al termine delle scuole medie ottiene il titolo di motorista a Chioggia. L’allevamento di cozze, però, è di casa. Dopo una serie di vicende familiari, si ritrova a gestire l’azienda “Fratelli Busetto”. Continua la produzione classica per anni, finché nel 2018 decide di gettarsi in una nuova sfida.

La nuoba varietà di cozza allevata a Pellestrina
La nuoba varietà di cozza allevata a Pellestrina


Il motivo? «Ero stufo di restare dietro alle quinte, volevo far conoscere a tutti il marchio di Pellestrina», ammette. Da qui nasce Mitilla, l’unico marchio di cozze registrato a Venezia (in tutta Italia ne esistono altri due). Gli altri allevatori, 12 solo a Pellestrina, vendono all’ingrosso nei principali mercati. Il loro prodotto, però, non ha un nome accattivante che attiri l’attenzione. A questo, poi, si aggiunge una selezione tutta particolare. Mitilla è allevata secondo il tradizionale sistema “longline”: una fune rettilinea, detta “il trave”, ancorata al fondo del mare con corpi morti di calcestruzzo e tenuta ad una profondità costante di circa tre metri. Al trave sono poi legate delle “calze”, reti tubolari di polipropilene nel quale sono inseriti i molluschi.

La lavorazione dei mitili alla Fratelli Busetto
La lavorazione dei mitili alla Fratelli Busetto

Si lavora tutto l’anno, il seme arriva da fuori (Italia o Spagna), viene poi allevato e «nutrito con il sale dell’Adriatico». Concluso il ciclo di allevamento i mitili vengono separati con una macchina sgranatrice. Segue la fase di selezione che prevede la separazione dei molluschi bivalvi in base a taglia e corpo idrico di provenienza. E proprio la maggiore pezzatura, cioè la grandezza, è una delle caratteristiche delle cozze di Busetto.

«Una volta selezionate» spiega «lascio più spazio tra l’una e l’altra. Così passa più mangime». Oltre alla taglia (sopra i 7 centimetri di lunghezza), ne risente anche il gusto. «Cinque sei anni fa» aggiunge «si producevano 6 mila quintali a stagione, oggi si arriva a 3 mila. L’importazione è aumentata, i prezzi sono diminuiti e i mercati sono saturi di cozze provenienti dalla Grecia. Per questo ho deciso di far conoscere il marchio di Pellestrina».

E i risultati gli danno ragione. Mitilla nel giro di pochi mesi sta girando l’Italia. A richiederla sono ristoranti, agenzie di catering e mercati ittici: Torino, Firenze, Certo, l’investimento è stato importante. Ed è pure vero che in laguna non si produce più come una volta. Ma per Busetto la sua scommessa è stata «necessaria». «Ci sono lavori storici» ragiona «che qui stanno scomparendo. Ma basta avere voglia di fare e provarci per dare futuro al territorio. O tanto vale rassegnarsi».


 

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