Minniti: «Il pericolo viene dai ghetti»
Patto per la sicurezza: a Venezia la firma di un protocollo alla presenza del viceministro, un’altra tappa dopo analoghe iniziative a Milano Torino, Genova Roma e Napoli. Occhi puntati sul quartiere Vaschette

Il sindaco di Venezia Cacciari e il viceministro Minniti alla firma del patto per la sicurezza
VENEZIA. L’imperativo è impedire che nascano ghetti come via in Anelli a Padova. Quindi massima attenzione sulle zone a rischio come il quartiere Piave a Mestre e le Vaschette a Marghera. E’ l’essenza del patto per la sicurezza di venezia firmato ieri in Prefettura dal vice ministro all’Interno Marco Minitti con Comune, Provincia e Regione. Un patto che per Venezia vuol dire sancire ciò che da dieci anni già funziona: collaborazione tra forze dell’ordine ed enti locali per l’uso razionale di uomini e mezzi.
Il patto naturalmente non è solo una firma sotto a una serie di intenti, ma anche un impegno concreto nel dotare le nostre forze dell’ordine di nuovi mezzi e ulteriori uomini. Ciò che spesso le nostre forze dell’ordine hanno chiesto in questi anni ma non hanno mai ottenuto. Ecco allora l’arrivo di cinquanta uomini, di due mezzi navali, di cinque auto di servizio e l’utilizzo della «Forza di Intervento Rapido» composta da polizia e carabinieri, da subito già operativa.
A sancire l’accordo erano presenti, oltre all’onorevole Minniti, il Prefetto di Venezia, Guido Nardone, l’assessore regionale alla sicurezza Massimo Giorgetti, il sindaco Massimo Cacciari, il presidente della Provincia zia Davide Zoggia, oltre al comandante interregionale carabinieri «Vittorio Veneto» gen. Libero Lo Sardo e il comandante della Regione Veneto della Guardia di Finanza gen. Mario D’Alonzo, e il direttore regionale della polizia di Stato Pierfrancesco Galante. La nostra città è una delle varie tappe del «Patto» firmato già nelle principali città metropolitane della penisola, Milano, Torino, Genova, Roma, Napoli e Catania, e nato con l’intento di fornire risposte adeguate per migliorare la sicurezza dei veneziani.
«L’iniziativa è volta a definire una strategia condivisa di azioni concorrenti sul territorio, attraverso una forte cooperazione tra le varie forze di polizia anche locali», ha sottolineato Marco Minniti. «Un’apposita commissione presieduta dal prefetto Nardone, verificherà se l’attuale distribuzione delle forze dell’ordine è efficace e se ci sono zone d’ombra dove intervenire. Entro tre mesi verrà fatto il punto della situazione, con la possibilità di modificare il piano di intervento».
Naturalmente il quartiere Piave a Mestre e le Vaschette a Marghera sono le aree che in questo momento vengono individuate come quelle a maggior rischio. «Bisogna impedire che si creino dei ghetti come in via Anelli a Padova. Non bisogna lasciare che spazi vuoti vengano conquistati da malavitosi cacciati da altri luoghi. Per cui fin da subito le Vaschette saranno sorvegliate speciali in attesa della riqualificazione. Mi impegno a convincere il Demanio, proprietario di quegli edigici, a cedere a Comune e Regione questi edifici a questo scopo», ha promesso Minniti.
Il viceministro ha voluto puntualizzare come sia fondamentale in una città, «per di più particolare come Venezia», un sistema di video sorveglianza. «La video sorveglianza non sostituirà mai l’uomo ma è uno strumento di prevenzione e può essere utile come si è visto per l’omicidio della giovane della metropolitana a Roma», ha spiegato Minniti. L’assessore alla sicurezza Massimo Giorgetti ha ribadito al vice ministro la richiesta di «non subordinare ad un protocollo cornice, che dovrà essere sottoscritto da tutte le Regioni, l’estensione del patto agli altri sei comuni capoluogo di provincia veneti. Un vincolo», ha aggiunto Giorgetti, «che considerata la lentezza che questa procedura comporta, mette il Veneto nell’impossibilità di avviare e finanziare fin da subito progetti anche per altre città come Padova e Verona, che in tema di sicurezza hanno problemi gravi quanto Venezia».
L’assessore regionale ha poi chiesto che almeno in materia di sicurezza il Governo riveda il patto di stabilità per permettere a Regione ed enti locali di svolgere appieno i compiti assegnati. «Siamo pronti a farci carico finanziariamente di alcuni compiti specifici in fatto di polizia locale», ha detto Giorgetti, «sollevando le altre forze dell’ordine, che potranno essere così impiegate in altri settori». Una voce critica arriva dal Sindacato Autonomo di Polizia. In una nota il sindacato sottolinea come a Venezia il Ministero invii «veramente le briciole rispetto a città come Bologna o Genova. E qesto nonosnate a Venezia ci sia un impegno per l’ordine pubblico che assorbe centinaia di uomini».
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