Mini appartamento da 26 metri quadri, salasso sulla Tari

BIBIONE. Ci risiamo. I possessori degli appartamenti a Bibione devono pagare la Tari come se il loro immobile fosse adibito a ospitare un minimo di tre persone. Anche se si tratta di un monolocale. È...

BIBIONE. Ci risiamo. I possessori degli appartamenti a Bibione devono pagare la Tari come se il loro immobile fosse adibito a ospitare un minimo di tre persone. Anche se si tratta di un monolocale. È questa l’accusa che muove, per la seconda volta in 12 mesi, Giuseppe La Naia di Mestre. «La tassa», rivela, «è conteggiata in via preventiva su tre persone in base al regolamento comunale e tariffario del Comune di San Michele al Tagliamento».

La Naia ha evidenziato, in una comunicazione inoltrata anche alla Prefettura, che »L’amministrazione sanmichelina ha stabilito in via presuntiva per il 2014, per i cittadini non residenti, un numero di componenti fisso di tre persone, sia per i micro appartamenti come il mio di 26 metri quadri, sia per i lussuosi appartamenti da 100 metri quadri. Cozzando contro il principio di progressività esistente per i tributi del nostro sistema giuridico. L’anno scorso mi hanno riconosciuto un minimo di 4 persone, quando a malapena ce ne stanno due».

Nella lettera al prefetto, il precisissimo turista cita il decreto ministeriale sulla sanità del 5 luglio 1975. All’articolo 2 recita che “per ogni abitante deve essere assicurata una superficie abitabile non inferiore a 14 metri quadri per i primi 4 abitanti, e a 10 metri quadri per ciascuno dei successivi”.

La Naia ha chiesto l’ammissibilità della prova contraria sulla Tari per il numero dei componenti della famiglia, due persone. Peraltro era già rimasto scottato dall’affaire Tares. In merito il difensore civico Roberto Pellegrini ha chiesto chiarimenti “in ordine alla mancata ammissione della prova contraria sulla Tares trasmessa già nel 2013”. Per calcolare la Tares, come ha scritto nel giugno di quest’anno il dirigente del settore economico finanziario di San Michele, “questa amministrazione ha adottato un valore medio pari a 4 unità, determinato sulla base dei dati relativi alle presenze turistiche negli alloggi privati derivanti dai dati raccolti negli anni precedenti”.

Il valore massimo così determinato è stato recepito dal regolamento comunale Tares, esecutivo e pubblicato nel sito del Ministero dell’Economia e delle Finanze”. Per La Naia, dunque, oltre al danno c’è pure la beffa. Paga di Tari 163 euro, mentre di Tares pagava 170. Solo che in proporzione paga di più perché la Tares era basata su 4 persone, la Tari “soltanto” su 3. (r.p.)

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