Minacce e incendi ai concorrenti scomodi

Barche per i funerali, il pm chiede il processo per i titolari «Ivep»
Un motoscafo adibito al trasporto funebre in Canal Grande
Un motoscafo adibito al trasporto funebre in Canal Grande
 
VENEZIA.
Pochi giorni prima i titolari della «Ivep», la ditta che fino a qualche mese prima aveva il monopolio del trasporto dei feretri per i funerali che finiscono nel cimitero dell'isola di San Michele, si erano presentati da Nicola Soffiato, che con il padre Guerrino gestisce le «Onoranze funebri Soffiato snc», ed erano stati espliciti nelle loro richieste e anche nelle conseguenti minacce. Gli avevano proposto di costituire un consorzio assieme - Ivep e Soffiato - in modo da buttare fuori dal mercato la «Brusato Trasporti srl». Sentendosi rispondere di no uno dei due gli avrebbe detto: «Io non voglio fare del male a nessuno, perchè se lo volessi l'unico modo sarebbe bruciare le barche». Qualche giorno dopo - era maggio di due anni fa - era bruciata un'imbarcazione con l'alzaferetro affidata a Soffiato e venti giorni dopo le altre due affidate a Brusato.  Così, nei giorni scorsi, il pubblico ministero Giorgio Gava ha chiesto il rinvio a giudizio dei veneziani Giuseppe e Giovanni Bernardi, rispettivamente 56 e 64 anni, titolari della «Ivep». Il 16 giugno, giorno dell'udienza preliminare, dovranno rispondere davanti al giudice Maria Rosaria Minutolo di illecita concorrenza con violenza e minacce, lo stesso reato per il quale sono stati condannati i tassisti abusivi del Tronchetto.  Stando alle accuse, proprio per far fuori i concorrenti, dopo che Veritas aveva liberalizzato il mercato affidando due barche portaferetri a Soffiato e altre due a Brusato che avevano vinto la gara d'appalto, i due fratelli avrebbero pesantemente minacciato i titolari delle due ditte che avevano vinto l'appalto. Nel capo d'imputazione si legge che avrebbero avvicinato Massimiliano Brusato, invitandolo a restituire le due imbarcazioni portaferetri, che Veritas aveva affidato a lui, tutto questo «per evitare guai giudiziari».  Quindi, avrebbero proposto a Nicola Soffiato di formare un consorzio, pronunciando quella frase. Inoltre, e questo aiutati da complici ai quali gli investigatori non sono riusciti ancora a dare un nome, avrebbero prima buttato lo zucchero nei serbatori della benzina per bloccarle, quindi avrebbero bruciato tre delle quattro barche nel maggio 2009. In realtà, contro la ditta Soffiato sono stati registrati altri «misteriosi» episodi: ad esempio, per ben due volte strani ladri erano penetrati nell'agorso e nel novembre dello stesso anno nella sede di campo Santa Giustina della impresa funebre, portando via computer e cellulari. «Abbiamo vinto quell'appalto di Veritas regolarmente», aveva affermato Guerrino Soffiato, «è incomprensibile trovarsi in questa situazione: ad agosto ci era stato rubato tutto in ufficio e, prima ancora, il rogo delle barche. Siamo molto, molto preoccupati». L'imprenditore ha deciso che si costituirà parte civile contro i due indagati per chiedere loro i danni.

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