Mille nuove piante per il bosco nato a pochi metri dall’aeroporto

L’iniziativa di una cinquantina di attivisti ecologisti «Save taglia gli alberi, noi li riportiamo: il verde è vita»



Tre turni di lavoro con mascherine, stivaloni e vanghetto ma alla fine la missione è stata compiuta. Circa mille piantine di alberi sono state piantate a Tessera a lato della Triestina, a 500 metri in linea d’aria dall’ingresso all’aeroporto Marco Polo. Più di novecento piantine di querce, caprini, aceri, olmi, ciliegi, tigli, frassini, pioppi e molte specie di arbusti che andranno a ricostituire un tipico bosco di pianura di quasi un ettaro. Al suo interno anche un’ampia zona a prato fiorito con semi selezionati. Il nuovo bosco nasce di fronte alle officine Aeronavali in via Trieste nei terreni di proprietà della famiglia Righetto. Costantina, agronoma, e il fratello, hanno deciso di trasformare il vecchio campo acquistato dal padre e per anni coltivato a mais in un bosco urbano. E lo hanno messo a disposizione del progetto “Piantiamola” di Opzione Zero, associazione ambientalista della Riviera del Brenta che punta a rimboschire i territori. Idea che a Tessera ha trovato l’appoggio immediato del comitato cittadini con Cesare Rossi che da tempo protestano contro il taglio di alberi nell’area ex Benetazzo in via Galilei, decisa dalla Save, la società di gestione dell’aeroporto, per costruire un nuovo grande parcheggio. «Save taglia gli alberi e i cittadini ne piantano di nuovi», la chiave di lettura dell’iniziativa nel terreno privato dei Righetto. Sabato e domenica giornate di lavoro con squadre di una cinquantina di attivisti e cittadini attenti all’ambiente che hanno permesso di piantare le piante di alberi, che ora cresceranno rimboschendo un pezzo di Tessera.

«Ringrazio tutti coloro che hanno partecipato e mi hanno aiutato, Opzione Zero e il progetto Piantiamola e in particolare un grazie ad Andrea Bortolato e Mattia Donadel che con le loro competenze tecniche hanno progettato e realizzato il bosco», fa sapere la signora Righetto.

«La festa per la nascita di questo bosco dobbiamo rinviarla causa l’emergenza sanitaria. Ma il lavoro non si ferma. Abbiamo 850 piante da mettere a dimora prima che arrivi il freddo e siamo convinti di farcela», ci ha spiegato Mattia Donadel di Opzione Zero. E la missione iniziata sabato mattina, alla fine è andata in porto. Si è trattata di una corsa contro il tempo, perché le piante, alte qualche decimetro, andavano posizionate in questa stagione per non vanificare l’investimento nell’acquisto, reso possibile anche da una donazione di una multinazionale dell’abbigliamento, il marchio Patagonia, che ha deciso di dare un piccolo finanziamento, all’incirca quattromila euro, al progetto di Opzione Zero.

«Ci hanno in questi anni proposto tante volte di utilizzare quel nostro campo, che era di nostro padre, per farne un parcheggio vicino all’aeroporto. Abbiamo resistito e ora vogliano creare un bosco perché lui amava gli alberi e la natura», spiega la signora Righetto, raggiante dopo le due giornate di lavoro.

«La festa di inaugurazione la faremo più avanti quando si potrà, vista la situazione generale».

Ora a Tessera si attende che la natura faccia il suo corso e che quel campo, un nuovo parcheggio a servizio dell’aeroporto evitato per volere dei proprietari, diventi un polmone verde. E alla notizia tante associazioni mestrine hanno festeggiato per la piccola iniziativa, dal grande valore ambientale. Opzione Zero intanto si prepara ad una nuova piantumazione: stavolta a Vigonovo, il 21 novembre, in un’area messa a disposizione dal Comune. —

© RIPRODUZIONE RISERVATA

Riproduzione riservata © La Nuova Venezia