MESTRELeghisti criticano il segretario provinciale del partito, il Carroccio li espelle

Cacciati dal partito per aver criticato il Capo. La Lega espelle militanti storici e attivisti di primo piano senza farsi troppi problemi. Gli espulsi sono Carlo Fontanella, Cristina Sfriso, Riccardo Santi, Angelo Formentello, Emma Barozzi che accusano: "Paghiamo per aver detto la nostra". Alberto Mazzonetto, capogruppo della Lega in Consiglio comunale smentisce: "Mi risulta che tutti siano regolarmente ancora iscritti"
MESTRE.
Cacciati dal partito per aver criticato il Capo. La Lega espelle militanti storici e attivisti di primo piano. «Non ci hanno neanche detto il perché», protestano gli interessati. Il più famoso è senza’altro Ernesto Peschiuta, titolare della birreria Forst in calle delle Razze.


Tra i fondatori del partito a Venezia, molto attivo in ogni occasione pubblica del Carroccio, Peschiuta è stato prima sospeso per tre mesi dal partito, poi «degradato» su proposta del segretario provinciale del partito Corrado Callegari. Da «militante» a semplice iscritto. «Ho scritto tre lettere a Callegari, non mi hanno mai risposto», racconta indignato, «una me l’hanno restituita senza nemmeno aprirla. Mi hanno cacciato senza nemmeno un grazie, senza spiegarmi la motivazione». Gira gira, la motivazione salta fuori.


«Dopo la sconfitta elettorale mi sono permesso di criticare la gestione del partito del segretario Callegari. Forse è per questo. Oppure perché in regione ho appoggiato Stival e non lui. O magari perché mi ero proposto come segretario di sezione, mentre Callegari e Mazzonetto preferivano Enrico Radi. Ma mi chiedo che partito siamo diventati, dove non si può nemmeno discutere o criticare i segretari?» Peschiuta racconta di quando ai comizi di Bossi e Calderoli lui prestava l’impianto voce, addirittura la licenza per aprire il bar della Lega e i gazebo. Adesso è fuori. «Con me», dice, ne hanno cacciati altri cinque, tutti di Castello, tutti presenti quella volta del volantino fantasma, vi ricordate, che insultava Zoggia ed era stato subito ritirato da Mazzonetto.


Gli espulsi sono Carlo Fontanella, Cristina Sfriso, Riccardo Santi, Angelo Formentello, Emma Barozzi. Peccato che un partito in cui credevo faccia questa fine».

Non è l’unico «espulso eccellente» di queste ore. Ivo Papadia, di Castello, passato anni fa dalla sinistra alla Lega non senza la sorpresa dei suoi concittadini. Dalle finestre della sua casa di via Garibaldi sono sparite le bandiere con il leone di San Marco. Un’altra «vittima» di Callegari.


«In campagna elettorale mi sono speso come non mai», dice Papadia, «poi ho criticato la gestione del partito, che aveva una responsabilità nella sconfitta del candidato Brunetta. Callegari non mi ha neanche ricevuto e mi ha fatto dire dal segretario di sezione di Mestre dove mi ero trasferito da due anni che non mi voleva più vedere. Allora sono tornato a Venezia, dove mi hanno deto che non avevo diritto di restare».


«Le discussioni ci sono, ma mi risulta che tutti siano regolarmente ancora iscritti», dice Alberto Mazzonetto, capogruppo della Lega in Consiglio comunale. Ma la diaspora è in corso. E dopo gli arresti nel Veneto Orientale, anche in laguna la Lega comincia a sentire qualche mal di pancia.

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