Mestre. Tornare a parlarsi, dal terrazzo di casa. Nuova socialità al tempo del Covid
Ecco il condominio di via Piraghetto a Mestre, che si anima dandosi appuntamento all’ora di cena. «Così abbiamo riscoperto i vicini»

Sa storia
Il terrazzino come strumento di nuova socialità ai tempi del Coronavirus. Gestita con la dovuta distanza, da un piano all’altro. Al condominio Magnolia di via Piraghetto 17, a Mestre, sei appartamenti in una palazzina vicino al parco e alla scuola Querini di via Catalani, l’orario dell’aperitivo è il momento per parlare, a distanza di sicurezza, raccontarsi paure e sogni, alleviare la solitudine di questi mesi difficili. Ridere assieme. Pare una storia normale ma non è così. Provate ad elencare nomi e storie dei vostri vicini di casa. Molti saranno perfetti sconosciuti.

Invece in via Piraghetto, al tramonto, tra aperitivi e cene sul terrazzino, si parla da un piano all’altro. Ci sono persone che vivono nelle vicinanze che hanno scelto di passare di lì per un momento di giovialità. Come l’architetto Carlo Pagan. «Io abito in via Monte Grappa ma ho preso l’abitudine di fare il giro dell’isolato per quattro chiacchiere», racconta. E mostra le foto. «Mi pare un bell’esempio di co-living, di condivisione di condominio, di festa e dialogo. Chissà che, quando superemo tutto, si torni alla condivisione e ai beni comuni nella nostra vita di tutti i giorni», dice il professionista.
Nel palazzo abita, tra gli altri, l’ingegnere Antonio Pantuso. «Ci sono famiglie con bambini, che si conoscevano perché portano i figli alla Querini, ma ci sono anche persone che non si conoscevano tra loro. Abbiamo un vicino di un altro palazzo che ha patito il lutto di questa emergenza sanitaria. Altro che chat e tecnologia», spiega l’ingegnere, «vuoi mettere con lo stare in terrazzo a parlare con gli altri? È una situazione davvero bella. Nell’emergenza, così drammatica, ci è successo anche qualcosa di positivo», racconta. Non ci sono solo gli aperitivi e le cene o i pranzi della domenica, parlando da un terrazzino all’altro.

«Più volte ci siamo detti tra di noi che “nel prima” la frenesia della quotidianità ci faceva a malapena salutare lungo le scale. Dovremmo riflettere su questo, sui ritmi del quotidiano e sui valori umani che a volte sfuggono per esigenze lavorative e perché siamo tutti troppo orientati su noi stessi», spiega un’altra inquilina, Denise Borsoi, specialista in acustica.« Il nostro è il tipico condominio anni ’70, con balconi con una profondità di un metro. Con tutto il rispetto dell’attuale situazione di emergenza, e la drammaticità legate alle perdite di persone care e alle incertezze lavorative, noi abbiamo riscoperto il piacere di una volta: vivere i rapporti con le persone che vivono nel condominio e alla porta accanto, per darci un messaggio di speranza. Avremmo voluto coinvolgere più persone».
«Ci sta anche la condivisione del cibo, nel massimo rispetto delle regole di sicurezza», aggiunge Amelia Cipriani, madre di due figli. «L’altro giorno una vicina ha preparato le mozzarelle in carrozza e le ha lasciate all’ingresso, così gli altri sono andati a prenderle. Ci sono i dolci che lasciamo anche ad una signora anziana che vive nel palazzo e che partecipa poco. E ci sono i cestini per passare le cose da un piano all’altro. Ci sono i bambini e gli animali, cani e gatti. La situazione è davvero piacevole ed è di esempio per i nostri figli».
Oltre agli aperitivi, a pranzi e cene domenicali, al condominio Magnolia si condividono i compleanni. Sul terrazzino è stato festeggiato il compleanno di un diciottenne e di un cinquantenne, con la torta divisa e distribuita.

La socialità del condominio Magnolia, va detto, deve aver attirato anche qualche antipatia: i residenti raccontano di aver ricevuto la visita dei vigili urbani e della polizia, a quanto pare allertati dalla segnalazione di schiamazzi. «Ma era tutto in regola, la musica non era alta e non si arreca fastidio a nessuno», spiega l’ingegnere Pantuso. Il vicino che ha perso un parente di Covid-19 si è appassionato ai ritrovi e ha girato alcune immagini con il drone, dal palazzo vicino. «Continueremo. Anzi, abbiamo intenzione, quando si potrà uscire, di organizzare una cena di condominio in giardino per stare ancora tutti assieme in compagnia», aggiunge Amelia. «Se passate, vi salutiamo con piacere». —
© RIPRODUZIONE RISERVATA
Argomenti:coronavirus veneto
Riproduzione riservata © La Nuova Venezia
Leggi anche
Video