A Mestre l’addio a Gregorio, per tutti “ti ga un euro”. Il grazie del parroco a famiglia e comunità

Nella chiesa di Carpenedo il funerale di Gregorio Crugliano, 64enne con una vita difficile alle spalle ma con la voglia di socializzare attraverso quella sua tipica frase. La mamma ha fondato l’associazione Lo specchio per aiutare le persone con problemi psichiatrici ed i loro familiari

Maria Ducoli
Il funerale di Gregorio Crugliano a Carpenedo (foto Lorenzo Pòrcile)
Il funerale di Gregorio Crugliano a Carpenedo (foto Lorenzo Pòrcile)

Ha rivolto il proprio pensiero agli ultimi, don Narciso Danieli, durante la predica nella chiesa di Santa Maria Goretti a Carpenedo per dare l’ultimo saluto a Gregorio Crugliano, 64enne conosciutissimo a Carpenedo e Mestre. «Beati gli afflitti perché saranno consolati. Rino non ha avuto una vita facile e nemmeno la sua famiglia. Ora potrà trovare la gioia che spesso gli è mancata su questa terra».

Per tutti semplicemente Rino, l’uomo aveva alle spalle una vita difficile, in cui ha dovuto far fronte alle burrasche interiori dettate dai problemi di salute mentale. Una persona fragile, che ha trasformato la propria fragilità in un ponte per arrivare agli altri, con il suo “ti ga un euro?” che più che una richiesta di denaro era un’occasione per socializzare. Per scambiare una chiacchiera e un sorriso con le tante persone che incontrava nelle sue giornate.

La mamma Olga, negli anni, ha trasformato gli sforzi quotidiani spesso invisibili di chi si trova ad affrontare una problematica psichiatrica in un’associazione, “Lo specchio”, che ha aiutato le persone con problemi di salute mentale e i loro familiari. Superando lo stigma della diagnosi, la solitudine che imbriglia e rischia di trasformare la sofferenza in una bolla opprimente, Olga ha creato una rete, per non lasciare solo nessuno.

Il pensiero di don Narciso è andato anche alla famiglia di Rino, alla mamma e alla sorella: «Avete cercato di fare il possibile. Lo avete sostenuto, amato, a volte anche sofferto con lui». Infine, alla comunità: «Tanti di voi gli hanno teso la mano, lo avete aiutato affinché avesse una vita meno difficile. Beati i misericordiosi perché troveranno misericordia».

Presente in chiesa anche l’amico Gianfranco Bettin, con cui Rino alla fine degli anni Settanta aveva condiviso sperimentazioni e velleità per costruire un cambiamento dal basso.

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