A Mestre nasce il Don Vecchi 9: casa, studio e speranza per chi è in difficoltà

Inaugurato il nuovo centro della Fondazione Carpinetum: un’opera concreta per studenti, famiglie senza casa e migranti. Brugnaro: «Un progetto che guarda avanti, pensato per rispondere concretamente ai bisogni della società»

Marta Artico

Una nuova opera di carità concreta, per aiutare giovani studenti, persone meno fortunate, famiglie senza casa. Su ogni sedia una copia del libro che racconta la vita di don Armando Trevisiol, tutt'attorno il frutto del suo lungo operato, da fondatore della Fondazione Carpinetum e dei Centri Don Vecchi. Agli Arzeroni, nella zona commerciale Terraglio - Zelarino, giusto accanto ai Don Vecchi 5, 6 e 7 e al centro solidarietà Papa Francesco, la cerimonia che ha inaugurato ufficialmente il Don Vecchi 9, anche quest'ultimo realizzato in tempi record. Un nuovo spazio per studenti fuori sede che frequentano le università della città di Venezia, per l'accoglienza di cittadini immigrati e categorie fragili, un centro d'aiuto e ascolto, eretto sempre dalla Fondazione Carpinetum in 11 mesi di lavori.

Il sindaco di Venezia Luigi Brugnaro, giunto in bicicletta, ha preso parte alla cerimonia e al taglio del nastro, con il presidente della Fondazione Carpinetum Andrea Groppo, il presidente del Prossimo, Edoardo Rivola, il delegato del Patriarca don Fabrizio Favaro, il parroco di Carpenedo don Gianni Antoniazzi. E poi il popolo dei Centri Don Vecchi, tutti seduti nell'erba, in mezzo al verde, per guardare una nuova struttura che si realizza e sentirsi parte di un progetto e di un modello che è anche un unicum nel Veneto, frutto del sogno visionario di don Trevisiol, portato avanti dai suoi successori, nel suo nome.
«E' un progetto che guarda avanti, pensato per rispondere concretamente ai bisogni della società e che come Amministrazione abbiamo sempre sostenuto, insieme alle altre strutture esistenti», ha esordito il primo cittadino. «La bontà non si dimostra con le parole, ma con i fatti. E quello che abbiamo davanti agli occhi oggi è un progetto innovativo, che unisce assistenza e visione, aiutando chi vuole davvero uscire da una situazione di difficoltà».
Tra i tantissimi presenti, anche il vicesindaco Andrea Tommaello, l'assessore alla Coesione sociale Simone Venturini, l'assessore alle Politiche per il cittadino Laura Besio, il questore Gaetano Bonaccorso, il comandante provinciale dei carabinieri di Venezia, il colonnello Marco Aquilio, rapprentanti di prefettura e forze di polizia, presidenti di associazioni, gruppi solidali, i volontari, i veri soldati don Armando Trevisio. Spiccava l'assenza del Patriarca, Francesco Moraglia.

Il sindaco, durante il suo intervento, ha ricordato alcune parole di don Armando Trevisiol: «Non credo in chi relega la povertà a una condizione fissa e immutabile. E qui si lavora davvero per dare una possibilità concreta di riscatto. Come mi ha detto una volta don Armando “La gente deve morire in piedi”, cioè con dignità, con uno scopo, trovando sempre una nuova motivazione per andare avanti. Grazie a tutte le realtà che hanno reso possibile questo progetto e che ogni giorno si dedicano al supporto dei più deboli, dalla Fondazione Carpinetum all’Associazione Il Prossimo, dai parroci ai tanti volontari del nostro territorio. Un grande lavoro di squadra che dimostra come solidarietà e innovazione possano camminare insieme», ha concluso Brugnaro.

Il nuovo padiglione ospita al piano terra 7 appartamenti per cittadini stranieri, attuando così la terza fase del progetto di integrazione dei migranti, con un percorso di vera inclusione; nel lato sud prende avvio un centro di ascolto in stretta collaborazione con la Caritas diocesana; "uffici" in cui tecnici e professionisti volontari potranno essere punto di riferimento per chi cerca aiuto e sostegno. Al primo piano è stata allestita la casa studentesca, con 20 stanze doppie e spazi comuni come cucine, soggiorno, una lavanderia e diverse biblioteche. Infine al secondo piano sono stati allestiti appartamenti e stanze destinate all'emergenza abitativa.

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