Mestre, esposto del condominio Fabio: «Siamo ostaggio dei tossici»

Inquilini e ospiti costretti a chiamare le forze dell’ordine ogni giorno. «Le istituzioni ci diano una mano»

Marta Artico
Tossici all'ingresso del condominio Palazzo Fabio a Mestre
Tossici all'ingresso del condominio Palazzo Fabio a Mestre

Sangue, siringhe, escrementi umani, aghi, cartine e fazzoletti. I residenti del condominio Palazzo Fabio, che si trova alla fine di via Felisati, a due passi da via Piave, a Mestre non ne possono più e chiedono aiuto alle istituzioni. Tanto da mandare un esposto (firmato anche dalle attività commerciali che insistono lungo la strada) alle forze dell’ordine e alle istituzioni, questore, prefetto, sindaco, che verrà rafforzato con una nuova lettera nei prossimi giorni.

Turisti e residenti

All’ingresso del condominio, bivaccano tossicodipendenti che si fanno davanti agli abitanti e anche ai turisti che tornano la sera dopo essere stati in giro per la città, dal momento che quasi una ventina dei cinquanta appartamenti, è adibita ad affittanza lunga e breve. C’è chi si buca, chi tira dalla stagna, noncurante delle persone che entrano ed escono.

E i condòmini sono costretti a chiamare polizia, carabinieri, polizia locale, praticamente tutti i giorni. Tanto che adesso si sono stufati e vorrebbero realizzare una cancellata di protezione.

«La nostra entrata si presta» spiegano «pertanto queste persone dormono, mangiano, preparano la dose, si fanno. A volte c’è una persona sola, a volte come l’altra sera erano in sette, tanto che turisti tornati da Venezia a tarda notte, non volevano entrare in casa perché erano terrorizzati».

Una situazione drammatica subita sia chi pratica affittanza turistica, che vive di recensioni e dunque meno prenotazioni sulla scorta dei racconti, sia dagli abitanti.

«Siamo sotto scacco»

«Siamo sotto scacco» spiegano «sotto il profilo dell’igiene pubblica troviamo feci, sangue, siringhe, fialette, rifiuti. Sotto il profilo delle entrate, perché chi affitta perde clienti e dunque denaro. E sotto quello della sicurezza, perché se diciamo loro di andare via, ci minacciano, dal momento che non hanno nulla da perdere e dunque nemmeno paura di nulla».

E ancora: «Tutti i giorni chiamiamo a ore diverse le forze dell’ordine. Siamo costretti a convocare il condominio per cercare di murarci all’interno e realizzare una cancellata, se mai ci riusciremo. È possibile arrivare a questo punto?».

Chiudono: «La tossicodipendenza non diminuirà, è un problema che sarà sempre più sentito. Le istituzioni devono prendere provvedimenti perché a subirne le conseguenze è tutta la collettività». Da qui l’appello del condominio e dei suoi abitanti a sindaco, questore, prefetto, perché non lascino soli i cittadini a gestire una situazione diventata oramai – dicono – del tutto insostenibile. —

 

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