Mestre, chiuso parrucchiere cinese in via Piave: mancava il responsabile tecnico

Nuova chiusura a Mestre per un salone a conduzione straniera. L’assessore Costalonga: «Tuteliamo i clienti e chi lavora rispettando le regole». Possibile chiusura definitiva entro 180 giorni se non saranno sanate le irregolarità

Foto Pòrcile
Foto Pòrcile

Chiuso un acconciatore cinese in via Piave. La chiusura del salone in Corso del Popolo, avvenuta alcuni giorni fa da parte della Polizia Locale, non rappresenta un caso isolato. È stata infatti disposta oggi, per gli stessi motivi, la sospensione di un’altra attività di parrucchiere a Mestre, questa volta in Via Piave, sempre a conduzione straniera.

Dopo una prima diffida, una sorta di avviso pensato proprio per dare all’artigiano una “seconda opportunità” e mettersi così in regola con quanto previsto dalla normativa, è scattata oggi la notifica di sospensione del negozio per l’assenza del responsabile tecnico, ovvero della figura in possesso dei necessari requisiti professionali.

“Stiamo dando un giro di vite alle attività aperte sul territorio che non rispettano quanto previsto dalla normativa e dai Regolamenti comunali – commenta l’assessore al Commercio e alle Attività Produttive Sebastiano Costalonga. Anche in questo caso ci troviamo di fronte a un negozio che sulla SCIA ha indicato il nominativo di un operatore qualificato (che dev’essere sempre presente) mentre di fatto chi ci lavora non possiede alcuna abilitazione.

È necessario assolutamente tutelare la clientela e contemporaneamente garantire gli altri parrucchieri che devono poter lavorare in una situazione di concorrenza leale. Su questa linea il mio impegno continua con assoluta fermezza: chi opera sul nostro territorio deve rispettare le regole e prima di tutto deve comprenderle; consentire l’apertura di esercizi a chi non conosce la nostra lingua risulta un’operazione di falso buonismo che mette sotto scacco prima di tutto proprio queste persone straniere.

Viceversa l’introduzione di un patentino civico linguistico come prerequisito alla gestione di un negozio può nuocere solamente a chi vuol fare il furbo”. L’assessore Costalonga, a questo proposito trova il consenso e l’appoggio delle Associazioni di Categoria che, anzi, avrebbero garantito la loro collaborazione per attivare degli appositi corsi di formazione in materia.

Per quanto riguarda invece il titolare del negozio di via Piave, secondo quanto prescritto dal Regolamento per l’esercizio dell’attività di acconciatore, barbiere, estetista, tatuaggio e piercing, qualora non ottemperi alle prescrizioni entro il termine di 180 giorni, vedrà la “rimozione degli effetti della SCIA con contestuale divieto alla prosecuzione dell’attività”: dovrà pertanto chiudere in modo definitivo.

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