Mestre: bottiglietta incendiaria, botto e paura in via Verdi

È esplosa sul pianerottolo del primo piano vicino allo studio legale Azzarini L’avvocato: «Non credo di essere l’obiettivo». Sul posto la polizia scientifica
Rinvenimento di una bottiglia esplosiva al civico 33 di via Verdi a Mestre
Rinvenimento di una bottiglia esplosiva al civico 33 di via Verdi a Mestre

Un botto e poi le fiamme, il muro annerito e il fumo che invade la rampa delle scale. Una bottiglietta incendiaria contenente liquido infiammabile - quale lo dovranno stabilire le analisi dei vigili del fuoco - è scoppiata ieri verso le 18 al civico 33 di via Verdi, in pieno centro a Mestre. La bottiglietta di vetro è stata lasciata un paio di gradini prima del pianerottolo del primo piano del palazzo, dove si trovano un appartamento vuoto ma fino a pochi mesi fa occupato da uno studio di grafica, e lo studio legale di Leonello Azzarini, avvocato della Cgil veneziana, molto conosciuto in città, impegnato soprattutto sul fronte del diritto del lavoro. Non è chiaro tuttavia se fosse proprio lo studio Azzarini l’obiettivo di chi ha lasciato la bottiglia incendiaria sui gradini. «Non credo di essere io l’obiettivo» spiega l’avvocato «anche perché se ce l’avessero avuta con me avrebbero lasciato la bottiglietta proprio davanti alla porta. Forse è stata una bravata». Ma nel palazzo ci sono altri studi legali e gli investigatori non escludono il fatto che chi ha lasciato la bottiglietta sulla prima rampa di scale lo possa avere fatto perché disturbato da qualcuno che poteva salire o scendere, non solo attraverso le scale ma anche usando l’ascensore, sul lato sinistro dell’ingresso. A lanciare l’allarme sono stati alcuni condòmini, che hanno sentito il botto e hanno visto il fumo salire. Sul posto sono intervenuti i vigili del fuoco di Mestre, i poliziotti della Squadra volanti e quelli delle scientifica, che hanno recuperato e repertato i frammenti di vetro volati su tutto il pianerottolo dopo l’esplosione. Bisognerà capire anche se le telecamere presenti lungo via Verdi, come quelle dell’edicola-tabaccheria che confina con il portone d’ingresso del locale, o quelle della vicina banca, possano aver registrato i movimenti di chi è entrato nel condomìnio, sfruttando il fatto che il portone, per il grande via vai di clienti, rimane spesso aperto.

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