Mercato ittico all’ingrosso ecco gli ispettori Veritas

CHIOGGIA. Gli ispettori di Veritas al mercato ittico all’ingrosso, per garantire il rispetto del regolamento. La notizia potrebbe non far piacere a chi vede la società multiservizi veneziana in procinto di fagocitare Sst (basti pensare alle recenti polemiche sui parcheggi) ma, assicurano a Sst, si tratta di una scelta «temporanea, fino al prossimo fermo pesca estivo», come spiega il direttore Adriano Tolomei, scelta che risponde a «criteri di velocità operativa», ovvero per trovare subito una soluzione a un problema urgente. Di mancato rispetto degli orari delle aste, di ingressi di estranei a tutte le ore, di uso improprio dei box e dei posteggi, si lamentano da tempo tutti gli operatori (pescatori, commercianti, commissionari) del mercato e la richiesta unanime che viene fatta alla direzione di Sst è quella di una maggiore sorveglianza. A poter effettuare tale sorveglianza, in questo momento, sono due categorie di persone: gli agenti della polizia locale (che sono già pubblici ufficiali) e i dipendenti di Sst (che non lo sono).
I primi, poi, hanno molte altre incombenze e difficilmente potrebbero prestare la loro opera (proprio per questo motivo, qualche anno fa, sono stati “tolti” dalla loro postazione al mercato ittico) mentre i secondi hanno bisogno di un periodo di formazione tecnica di qualche settimana e, tra l’altro, è in corso la riorganizzazione di Sst che, alla fine, porterà la società municipalizzata a occuparsi esclusivamente dei due mercati (ittico e ortofrutticolo) comunali. Questa la situazione che ha indotto Sst a scegliere Veritas per il servizio di sorveglianza.
«Si tratta di personale già qualificato», spiega Tolomei, «che con poche ore di formazione potrà essere istruito sul regolamento del mercato e, essendo già pubblici ufficiali, potranno esercitare la loro azione nell’area del mercato ittico con autorizzazione del sindaco».
Dunque tempi brevissimi per rispondere alle richieste degli operatori che, tra l’altro, serviranno anche a dare più ossigeno ai bilanci del mercato. «Gennaio e febbraio erano partiti un po’ “rallentati” rispetto al 2015», dice ancora Tolomei, «poi abbiamo recuperato e oggi possiamo dire che il 2016 viaggia in linea con il 2015. L’anno scorso il fatturato, sui 40 milioni di euro, derivava al 75% dal prodotto locale e, per il 25% restante, da prodotto importato. Ma, solo pochi anni fa, le percentuali erano 50 e 50. E’ presumibile, quindi, che l’elusione dei diritti di mercato, connessa anche al mancato rispetto degli orari, si verifichi, per lo più, sul prodotto importato e qui sarà appuntata l’attenzione degli ispettori».
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