Medico di famiglia per 43 anni «I pazienti mi fanno star bene»

Vitaliano Bottecchia va in pensione ma continuerà a occuparsi di terapia antidolore I suoi utenti lo festeggiano: «Un dottore vecchio stile, attento e preciso ma anche gentile» 

il personaggio

Una comunità, quella di Trivignano, ultimo lembo del Comune di Venezia sulla Castellana, si mobilita per rendere omaggio al medico di famiglia, che da domani va in meritata pensione. Una mobilitazione con messaggi di riconoscenza che arrivano alla nostra redazione tramite Elisabetta Zanatta. Per ringraziare Vitaliano Bottecchia, che dopo 43 anni di lavoro toglie il camice bianco.

«Dal 1 maggio 1979, sono diventata una sua paziente. La ringrazio anche a nome della mia famiglia. Lei è stato un medico “paziente” con i suoi pazienti. Grazie ancora e si goda la sua meritata pensione», scrive la signora Loretta. Giovanna aggiunge: «Per la mia famiglia è stato un medico di grande professionalità, disponibilità e gentilezza». Continua Claudia: «Quello che mi sento di dirgli è “grazie” per la brava persona di medico che è stata in tutti questi anni, sempre preciso nelle sue diagnosi e cure. Fondamentale dote per un medico assieme ad una buona umanità espressa con semplicità d'animo e discrezione».

Il signor Claudio partecipa al ringraziamento collettivo: «Bottecchia è stato uno dei medici vecchio stile, il vero medico di Famiglia, quando ancora, nei casi più seri, il medico arrivava a casa e riusciva veramente a fare azione di filtro e diagnosi, avviando da subito le azioni da intraprendere. Tutto ciò in molti casi riduceva la necessità di ricorrere al Pronto Soccorso, e soprattutto risolveva tempestivamente il problema. È ed era, un medico preparato, disponibile con quel tocco di cordialità nostrana che mette a proprio agio i pazienti». Oggi i pazienti recapiteranno nell’ambulatorio di via Castellana 234 una targa ricordo e ringraziarlo per il lavoro svolto. Il dottor Bottecchia risponde al telefono rivelando un animo gioioso. «Adesso dopo 43 anni di lavoro mi godo la pensione, potrò dedicarmi ai miei tantissimi hobby ma continuerò la libera professione nello studio di mia figlia per praticare la terapia anti-dolore in cui da tempo mi sono specializzato. Per Zelarino sono stato io l’ultimo medico condotto. Mi occupavo di vaccinazioni, rilasciavo patenti. Attività che ho svolto dal 1978 al 1988 prima della nascita del Dipartimento di prevenzione. E ho vaccinato tante bambine che poi da madri, mi hanno portato i figli da vaccinare».

Bottecchia lascia dopo l’emergenza, complicata del Covid-19. Lui l’ambulatorio non l’ha chiuso: «Ho continuato a ricevere i pazienti con tutte le precauzioni del caso, non ci sono stati problemi». Si intuisce che ama il suo lavoro. «I rapporti con l’utenza sono sempre stati buoni e sono stato bene», dice. «Peccato per certe interferenze del sistema che hanno trasformato noi medici di famiglia in impiegati causa la burocrazia. Al punto che tanti pazienti temevano più gli errori per un ticket che un errore di diagnosi». A sostituirlo sarà il collega Gambaro Moro. —

Mitia chiarin

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