«Mazzetta di 200 euro per ogni pratica»
In tribunale ieri il racconto delle vittime dell'ex vice comandante della Capitaneria

Mezzi in attività della guardia costiera in estate a Caorle
VENEZIA.
«Il maresciallo per far andare avanti le pratiche di immatricolazione delle barche mi aveva chiesto 200 euro all'una, ma io gli spiegai che non poteva sopportare una cifra del genere e gli proposi 100 euro, così ci mettemmo d'accordo». Ieri, il titolare dell'agenzia marittima di Marghera «Barbara De Lena», il veneziano Bruno De Lena, ha raccontato ai giudici del Tribunale come il maresciallo della Capitaneria di Porto di Caorle Alessandro Castelluzzo gli aveva chiesto la tangente. Lo ha fatto indicandolo e guardandolo, senza alcun timore. L'imputato era in aula e deve rispondere di concussione. I fatti contestati - visto che De Lena non è l'unico ad aver parlato e gli episodi sono numerosi - vanno dalla metà del 2003 alla fine del 2005: le indagini sono state compiute dagli uomini del Nucleo di Polizia tributaria della Guardia di finanza e sono state coordinate dal pubblico ministero di Venezia Federico Bressan. E sempre nell'udienza di ieri il rappresentante dell'accusa ha chiamato a testimoniare l'ufficiale delle Fiamme gialle che aveva compiuto gli accertamenti. Il teste ha spiegato di aver spulciato tra i conti correnti intestati a Castelluzzo e alla moglie: «In quello intestato alla donna - ha sostenuto - ci sono stati ben sette versamenti in contanti per un valore complessivo di 9700 euro nel 2005, senza alcuna giustificazione apparente, visto che la signora non lavorava. Mentre su quello intestato all'imputato sono registrati i bonifici dello stipendio». Quindi ha aggiunto che in un terzo conto corrente c'erano depositati titoli per 120 mila euro, infine ha aggiunto che il sottufficiale della Guardia costiera tra il 2002 e l'anno successivo era entrato al Casinò di Venezia per una decina di volte. De Lena, ha affermato che se non pagava le sue pratiche rischiavano di arenarsi. Ha riferito anche di aver pagato un escursione con cena di pesce in Croazia al maresciallo e al suo comandante. Comunque, in seguito, aveva deciso di non rivolgersi più a Caorle, ma alla Capitaneria di porto di Chioggia, dove nel giro di due giorni e soprattutto senza pagare la bustarella venivano concesse le immatricolazioni. Oltre all'imprenditore veneziano, a denunciare Castelluzzo è stata anche Monica Bogatoj, titolare dell'agenzia «Centro servizi nautici» di Caorle. Anche lei avrebbe pagato la tangente per far immatricolare la barca di un cliente. Inizialmente, visto che l'imputato era vice comandante a Caorle e si occupava anche del rilascio delle patenti nautiche, le indagini avevano anche questo settore di attività, ma alla fine sono state archiviate. L'udienza davanti al Tribunale presieduto dal giudice Stefano Manduzio è stata rinviata al 17 febbraio per sentire anche la testimonianza della Bogatoj.
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