Maya ha fretta di nascere parto nel bagno di casa

Marcon, mezz’ora dopo le prime contrazioni la piccola era già venuta al mondo La mamma Paola Paneghel assistita dal marito guidato al telefono dal Suem
Di Marta Artico

MARCON. L’ostetrica del corso pre parto lo aveva vaticinato: «Secondo me tu finirai col partorire in bagno». E non scherzava affatto dall’alto della sua esperienza. Mai però Paola Paneghel, 41 anni residente a San Liberale, avrebbe immaginato che a far nascere la sua bella bimba, Maya, 3.155 chilogrammi per 48,5 centimetri di lunghezza, sarebbe stato il suo papà, Thomas, che adesso sprizza gioia da tutti i pori della pelle, e per giunta nel bagno di casa. E invece le cose sono andate esattamente in questo modo. La coppia sposata da otto anni ieri mattina ha chiamato il 118, arrivato quando oramai la neonata aveva già messo la testina fuori. Un caso raro nell’epoca dei vagiti 2.0, dove tutto è già pianificato. «Stavo dormendo», racconta la mamma, che adesso si trova in una stanza del Reparto di ostetricia dell’Angelo e sta benissimo, «anzi ero in dormiveglia perché era mattina. Le 8.05», precisa Thomas. «A un certo punto», continua, «mi sono svegliata e sono andata in bagno. Una volta là, avendo già avuto una bimba, ho capito che non c’era più tempo». Il marito ha chiamato il 118 e i suoceri. «Non riuscivo a uscire dal bagno, le contrazioni erano già molto forti e non avevo le forze di alzarmi». Così Thomas l’ha fatta stendere a terra finché riceveva indicazioni dall’operatore del Suem, in contatto a sua volta con il medico dell’ambulanza che stava sopraggiungendo. «Loro mi davano indicazioni, ma le contrazioni sono state tre, quattro, non di più».

Maya è nata alle 8.35, trenta minuti dopo che la mamma si era svegliata. «Quando il dottore è arrivato», racconta la coppia, «c’è stato giusto il tempo di parlare della pressione, che con la contrazione successiva la bimba stava già facendo capolino con la testa, un istante dopo è nata». «Posso proprio dire che l’ha fatta nascere mio marito» dice con soddisfazione Paola. «Ero distesa quasi di schiena», racconta, «me l’hanno appoggiata sul dorso». A quel punto la donna è stata trasportata in ospedale e il marito l’ha seguita. Maya è cappellona e in forma. «La sorellina Penelope di 3 anni», racconta ancora la madre, «non se n’è neanche accorta, stava dormendo in camera sua, poi quando si è svegliata e ha chiesto cosa stava succedendo, mia madre è andata a farle compagnia. Il nome l’ha scelto lei, perché Maya è la sua migliore amica dell’asilo e poi noi siamo stati in Messico, adesso non vede l’ora di conoscerla». Thomas lavora a Zenson di Piave ed è originario di Casale sul Sile. «Sono emozionato e felicissimo. Tra i due io ho un lavoro stabile e così abbiamo deciso di fare il secondo figlio, si rinuncia a qualcosa, ma quando la sera ti chiama per nome, la gioia che si prova ripaga di tutto».

Maya è venuta alla luce sotto il segno del leone, nel primo giorno di ferie del papà. E la mamma ha una voglia: «Dopo che è nata Penelope mi son fatta fare il tiramisù, con Maya aspetto un bel tramezzino grande con tanta maionese». I neo genitori ci tengono a ringraziare di cuore i medici che li hanno assistiti, in casa e via telefono: «Sono stati bravissimi».

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