Maxi truffa sui carburanti non versati 37 milioni di Iva

Milioni di litri di carburante per frodare lo Stato a cui non vengono versati 37 milioni di euro di Iva. Il Nucleo di polizia tributaria della Guardia di Finanza ha scoperto la truffa arrestando quattro persone e indagandone 86.
Destinatari delle quattro misure sono Domenico Gallo, 56 anni, finito in carcere; mentre Giuseppina Gallo, 69 anni, sorella di Domenico, Walter Bovati, 70 anni e Marzio Buscaglia, 42 anni, sono stati messi ai domiciliari. L’inchiesta è stata coordinata dalla Procura della Repubblica di Roma, in quanto le società, attorno alle quali girava la frode, avevano sede nella capitale. Durante le perquisizioni sono stati trovati 100 mila euro in contanti a Buscaglia e alcuni orologi. Sequestrati conti correnti e 48 fabbricati in Calabria, a Parma e nel Novarese. Gallo ha qualche precedente per truffa ed è stato arrestato nel 2017 per la vicenda della corruzione nella realizzazione della Tav Milano Genova. Non ci sono indagati veneziani né veneti. Quando i finanzieri del Colonnello Gianluca Campagna lavorano all’inchiesta “Light Fuel”, scoprono che la gran parte del gasolio che finiva a prezzi ribassati sul mercato era gestito da alcune persone, i fratelli Gallo, a Roma. I sue si mettono in affari con due consulenti del mondo dei carburanti. Il fine è quello di gestire un traffico internazionale di carburante che veniva immesso sul mercato senza pagare l’Iva.
La Finanza stabilisce che nel giro di cinque anni gestiscono 270 milioni di litri per 300milioni di euro. Il guadagno è stato pari a 37 milioni di euro, cioè l’Iva non versata. Il carburante arrivava da paesi comunitari, importato dalla “Bpp” di Mantova, viene stoccato alla Decal di Venezia. Lo acquista poi la “Siro”, con sede nel Milanese. Poi viene ceduto in vari passaggi, tutti sulla carta, “Siro” lo vende alla “Live Energy” di Viterbo senza Iva (dichiara infatti di esportarlo così non paga l’imposta). Poi la “Live Energy” vende il prodotto con Iva ma sottocosto alla “Dg service” di Roma che a sua volta lo rivende con Iva alla Siro (in pratica il carburante fa un giro di aziende cartiere e ritorna alla Siro, allo scopo di evadere l’Iva). Solo a questo punto la Siro estrae il gasolio che va quindi ai distributori, la gran parte dei quali nel Veneziano e nel Veneto. Alla fine del 2016 il sistema cambia. La Siro viene lasciata morire e nasce la “Siro Trade” con sede a Roma. La “Siro Trade” acquista un ramo d’azienda di una società, la “Gallo Domenico&Co srl”, che realizza interventi in aree disagiate. In sostanza la “Siro Trade” continua i traffici a non pagare l’Iva perché compensa con i crediti della Gallo, provenienti da fatture false o da opere mal fatte in sedi svantaggiate. I due milanesi creano nel 2017 un’altra società la “G&P srl”. Acquistano prodotto che viene stoccato alla San Marco di Venezia. “G&P” vende poi, come la Siro Trade a clienti finali senza versare l’Iva. Decal e San Marco non sono coinvolte. –
Carlo Mion
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