Maxi-truffa delle supercar ai corrieri mance da 150 euro
JESOLO. Utilizzavano schede telefoniche acquistate in Lombardia per comunicare tra loro e organizzare le compravendite di auto importate dall’estero evadendo le imposte. L’organizzazione dietro al giro di evasione nella vendita di auto importate dalla Germania aveva trovato questo stratagemma. Le schede erano intestate a ignari cinesi e venivano cambiate ogni tre mesi circa per non rischiare intercettazioni.
Nonostante questi sotterfugi, sono stati rintracciati dalla finanza di Jesolo che ha sgominato la banda, eseguito 8 arresti e svariate denunce, in tutto 25, tra cui un ex bagnino di Jesolo che da diversi anni si è trasferito nel Trevigiano. Lui si era intestato una concessionaria di auto a Jesolo che esisteva solo sulla carta.
Un prestanome che però ricopriva un ruolo importante nell’organizzazione. Persona insospettabile di cui si sono perse le tracce sul litorale. Le indagini hanno accertato l’associazione per delinquere finalizzata alla commissione di reati tributari transnazionali, con ben 8 ordinanze di custodia cautelare emesse dal gip del Tribunale di Treviso in questa sola prima tranche dell’operazione.
Sono già state eseguite diverse perquisizioni tra Veneto, Friuli Venezia Giulia e Lombardia disposte dalla procura di Venezia, che ha anche richiesto rogatorie all’autorità giudiziaria in Germania per l’acquisizione di elementi relativi alle società estere coinvolte nella frode. I militari hanno passato al setaccio istituti bancari e conservatorie per sequestrare beni e denaro per un controvalore di circa 1,5 milioni di euro.
L’operazione “Prince” si ispira a uno dei protagonisti di Portogruaro, noto appunto come il “principe” e amico dello jesolano. Il principe lavorava da anni nel settore della vendita delle auto, riuscendo a intascare la consistente imposta sul valore aggiunto dovuta sugli autoveicoli di pregio al momento dell’importazione nel territorio nazionale, sfruttando il vantaggio economico del mancato pagamento delle imposte. In base alle prime ricostruzioni dei militari della Tenenza di Jesolo, le imposte evase ammontano a oltre 25 milioni, di cui 18 relativi, sei di imposte sul reddito e uno a Irap.
Per i viaggi in Germania, venivano impiegati personaggi in cerca di soldi facili, che intascavano dai 150 ai 200 euro puliti per ogni viaggio. Alcuni di questi, che hanno effettuato diversi viaggi, sono stati a loro volta denunciati.
Giovanni Cagnassi
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