Maxi sequestro di droga, 3 arresti

Un cameriere veneziano e un colombiano trovati con mezzo chilo di cocaina e altrettanto di ecstasy
Di Giorgio Cecchetti
12.02.2005.- Questura di Venezia, Squadra Mobile, 4074 pastiglie di extasi e 330 grammi di cocaina pura sequestrati oggi a Mestre ad un albanese A.I..- Interpress/Mion
12.02.2005.- Questura di Venezia, Squadra Mobile, 4074 pastiglie di extasi e 330 grammi di cocaina pura sequestrati oggi a Mestre ad un albanese A.I..- Interpress/Mion

Droga, e tanta, in centro storico. I carabinieri da un lato e i finanzieri della Stazione navale dall’altra hanno portato a termine due operazioni che hanno messo in luce il fatto che eroina, cocaina ed ecstasy non arrivano più dalla terraferma, ma ora ci sono trafficanti veneziani che non si limitano ad acquistare la «merce» e a rivenderla, bensì organizzano i loro depositi in città. Uno dei tre arrestati, quello della Guardia di finanza, è già stato processato e condannato ieri.

Il trentenne Matteo Orio, residente a Cannaregio, è stato condannato ieri a due anni di reclusione e cinquemila euro di multa dal giudice monocratico di Mestre perché nella sua abitazione sono stati rinvenuti, in seguito ad una perquisizione fatta dai finanzieri della Stazione navale della Giudecca, 26 grammi di eroina già divisi in una quarantina di dosi. È stato trovato anche un bilancino, presumibilmente utilizzato per pesare la droga e 1450 euro. A lui, le «fiamme gialle» sono arrivate dopo aver controllato e bloccato un giovane in un barchino. Fermato per la velocità, il ragazzo è stato poi trovato in possesso di alcuni grammi di eroina. Evidentemente, grazie al giovane i finanzieri sono risaliti a chi gli aveva venduto la dose e nel giro di qualche ora lo hanno arrestato. Il pubblico ministero Stefano Ancillotto lo ha mandato davanti al Tribunale con rito direttissimo e ieri, Orio, è stato condannato ad una pena che è stata sospesa grazie alla condizionale.

I carabinieri hanno, invece, arrestato, un giovane cameriere che lavorava in un locale di San Marco e un amico colombiano: in casa del primo hanno sequestrato mezzo chilo di cocaina e un altro mezzo chilo di Mdma, la sostanza creata in laboratorio, quindi chimica (il suo nome scientifico è metilenediossimetanfetamina), utilizzata per mettere assieme le pastiglie di ecstasy, la droga che viene spacciata nelle discoteche soprattutto ai giovanissimi anche perché a un costo inferiore alle altre sostanze stupefacenti. I due sono già stati interrogati dal giudice Giuliana Galasso e si sono avvalsi della facoltà di non rispondere, ma lunedì sono stati convocati dal pubblico ministero Paola Mossa, il magistrato che ha coordinato le indagini. Accertamenti, che non sono concluse, visto che probabilmente sono coinvolte altre persone. In casa del veneziano G.C, i carabinieri ci sono arrivati dopo averlo fermato alla guida della sua automobile in via Righi: probabilmente le indagini erano iniziate alcune settimane prima e il cameriere veneziano era tenuto d’occhio da tempo. I militari dell’Arma hanno atteso per intervenire in modo che la perquisizione andasse a buon fine. Insomma, hanno aspettato che nell’abitazione, oltre al colombiano, ci fosse anche la droga. Forse non sapevano quanta ne avrebbero trovata, ma avevano avuto la certezza che era arrivata e che i due non l’avevano ancora spacciata e distribuita. Avrebbero fermato il veneziano prima che giungesse in centro storico in modo che non riuscisse a far perdere le sue tracce o che avvisasse il presunto complice colombiano.

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