Marinello chiude lo storico negozio diventa ristorante
Addio alla rivendita di scarpe dei fratelli Paolo e Roberto «Il commercio a Venezia, come lo intendiamo noi, è morto»

Interpress/M.Tagliapietra Venezia 14.11.2017.- Calzature Marinello, rio terrà San Leonardo.
«Il commercio a Venezia, almeno come lo intendiamo noi, è morto. Non c’è più spazio per attività di questo tipo nella nostra città. Ce ne andiamo». Ha il sapore di una resa senza condizioni l’annuncio dei due fratelli Paolo e Roberto Marinello, 75 e 71 anni. Fondatori e gestori del negozio di scarpe «Marinello» in campiello dell’Anconeta a Cannaregio, vicino all’ex cinema Italia. Attività «storica» e molto nota a Venezia. Da dicembre diventerà un ristorante a due piani con terrazza. L’ennesimo, perché in assenza di regole e di vincoli le attività di Esercizi pubblici, bar e ristoranti turistici, aprono una accanto all’altra, senza alcun limite. «Almeno non sarà un ristorante cinese», si limita a dire Paolo Marinello. Una resa dolorosa, resa evidente dalle tante testimonianze di affetto e di incredulità che vengono in questi giorni dai clienti e dai veneziani.
Marinello non era soltanto un negozio. Ma un luogo dove clienti giovani e anziani trovavano il commerciante «vecchio stampo». Sorrisi, consigli, qualche chiacchierata sulla situazione della città.
Per un lungo periodo, i Marinello avevano imboccato con successo e grandi soddisfazioni anche la strada dello sport agonistico. Il primo piano del negozio dell’Anconeta era stato attrezzato a negozio di articoli sportivi invernali. Scarponi e sci da gara scelti con cura in fabbrica, tute da campionato del mondo. E uno Sci club che aveva dato molti risultati. Un gruppo coeso, che organizzava trasferte per le gare e iniziative sociali durante la settimana. Pian piano la crisi ha costretto a chiudere la sezione sportiva. «A Venezia c’erano pochi giovani, l’attività aveva dato segni di grande difficoltà», ricordano i due fratelli.
La vendita delle scarpe, a una clientela molto poco turistica, ha tenuto fino a qualche tempo fa. Adesso, fatti due conti, Paolo e Roberto hanno deciso di passare la mano. «Non ce la facciamo più», dicono, «siamo diventati anziani, e i clienti se ne sono andati. Non è solo una questione del nostro negozio: la città è cambiata».
Per capire che hanno ragione basta guardarsi intorno. Dei negozi di vicinato che solo un anno fa erano presenti nell’area non è rimasto molto. Il mercato di San Leonardo resiste. Ma intorno sono spariti negozi di alimentari e frutta e verdura, librerie e negozi di dischi, panettieri e commercianti. Aprono soltanto bar e ristoranti. Ma solo turistici e
take away.
Sempre alla Maddalena, due passi dall’Anconeta, è stato smantellato in questi giorni anche lo storico ristorante da Poggi. Non adatto al turismo mordi e fuggi. Aumentano i supermercati, e da qualche mese è aperto nell’ex cinema Italia, capolavoro del neogotico e liberty, un supernmercato della Despar, proprio di fronte alla Coop. Sommano ai prodotti per residenti anche quelli per turisti.
Ma le piccole attività, per quanto solide e prestigiose, non ce la fanno.
Tra pochi giorni il negozio Marinello, all’angolo con calle de l’Aseo, chiuderà per sempre i battenti, rimuovendo anche i cartelli oggi ben visibili di «Svendita totale». E lasciando il posto a un ristorante che potrà usufruire anche del primo piano – ex negozio sportivo, oggi magazzino – e della terrazza. E un altro piccolo grande pezzo di storia veneziana se ne va per sempre in archivio .
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