Marghera, 102 milioni per i marginamenti ma ne mancano altri 150 per terminarli

Centodue milioni di euro non sono pochi ma non basteranno a completare la “muraglia” di oltre 40 chilometri per il marginamento dei terreni del sito di interesse nazionale di Porto Marghera, in attesa delle bonifiche, ma almeno permetteranno di finire la barriera che impedisce ai contaminanti di finire, con il dilavamento, in laguna. La Giunta regionale ha approvato ieri, nell’ambito della Legge Speciale, su proposta dell’assessore Roberto Marcato, lo schema del nuovo Accordo di Programma “Per la messa in sicurezza del sito di interesse nazionale di Venezia – Porto Marghera” che verrà ora sottoscritto dal ministero dell’Ambiente, Regione del Veneto e Autorità di Sistema Portuale del Mare Adriatico Settentrionale.
Si tratta, per l’esattezza, di un finanziamento complessivo di 102.273.447 euro, tutti stanziati dal ministero dell’Ambiente che si è avvalso di diverse fonti di finanziamento: 32.122.368 euro vengono dalle risorse già trasferite alla Regione del Veneto in esecuzione dell’Accordo di Programma “per la Bonifica e la Riqualificazione Ambientale del Sito di Interesse Nazionale (Sin) di “Venezia – Porto Marghera” e Aree Limitrofe” sottoscritto nell’aprile del 2012 ai quali si aggiungono 70.151.079 di euro del Fondo di Sviluppo e Coesione europeo 2014-2020.
Dei fondi beneficeranno tanto la Regione Veneto (60 milioni di euro) quanto l’Autorità di Sistema Portuale del Mare Adriatico Settentrionale (41 milioni di euro) che realizzeranno una parte dei tratti della “muraglia” di marginamento da completare.
In particolare gli interventi di competenza regionale riguarderanno: la cosiddetta Macroisola di “Fusina” ( nei tratti di marginamento antistanti le aree dell’ex Alcoa e dell’ex centrale Volpi di Fusina di Enel lungo la sponda sud del canale Industriale Sud; la Macroisola “Nuovo Petrolchimico” sul tratto antistante la Darsena della Rana, lungo la sponda sud del Canale Industriale Ovest in corrispondenza dell'attraversamento in subalveo dei sotto servizi di società insediate nell'area, lungo via Banchina dell’Azoto. I progetti per realizzare questi ulteriori tratti del marginamento (realizzato al 90 per cento, come comunicato dal ministero il mese scorso durante il “question time” in aula a Montecitorio) di competenza della Regione sono in corso di approvazione e le opere si concluderanno, secondo quanto comunicato dalla Regione Veneto «entro il 2023, quindi, nell’arco dei prossimi tre anni potremo arrivare alla quasi completa messa in sicurezza dell’area di Porto Marghera che, concluse le opere, sarà dotata di quanto necessario per utilizzare al meglio il territorio, bloccando le fonti di inquinamento e garantendo le attività produttive oggi presenti e attive».
«Si tratta di un grande passo in avanti – ha aggiunto l’assessore Marcato – ma non significa che con questo accordo di programma limiti il nostro impegno per il futuro del Sin di Porto Marghera. Per quanto ci riguarda continueremo a chiedere al ministero le risorse che mancano per completare tutti i progetti di riqualificazione del sito di Porto Marghera di competenza del Provveditorato alle Opere Pubbliche». Per completare definitivamente il marginamento, sarebbero necessari almeno 250 milioni di euro, più del doppio di quanto stanziato con quest’ultimo accordo per la salvaguardia ambientale della laguna e del mare. Il ministro dell’Ambiente, Sergio Costa, ha assicurato il suo impegno affinché «anche i fondi mancanti vengano recuperati al più presto e spesi per completare la messa in sicurezza del sito di Marghera e di conseguenza, della laguna». —
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