Marchi contraffatti Per i due fratelli Dori nuovi guai da Napoli

Nuovi guai, legati alla contraffazione, per i fratelli Filippo (50) ed Elia Dori (47), titolare del Venice Hotel Villa Dori di via Colombara. Lo scorso 4 aprile i due fratelli sono finiti agli...
GIORNALISTA: Scattolin..AGENZIA FOTO: Candussi.LUOGO: auditorium della Provincia, Mestre.DESCRIZIONE: La Camera di Commercio di Venezia e l'associazione Venezia città metropolitana incontrano i candidati sindaci - nella foto: Scano
GIORNALISTA: Scattolin..AGENZIA FOTO: Candussi.LUOGO: auditorium della Provincia, Mestre.DESCRIZIONE: La Camera di Commercio di Venezia e l'associazione Venezia città metropolitana incontrano i candidati sindaci - nella foto: Scano

Nuovi guai, legati alla contraffazione, per i fratelli Filippo (50) ed Elia Dori (47), titolare del Venice Hotel Villa Dori di via Colombara. Lo scorso 4 aprile i due fratelli sono finiti agli arresti domiciliari nell’ambito di un’operazione dei militari del Nucleo di polizia tributaria della Finanza di Napoli che, con il coordinamento Direzione Distrettuale Antimafia della procura di quella città, hanno eseguito 53 ordinanze di custodia cautelare, di cui 19 in carcere e 34 ai domiciliari, e tra queste le due relative ai fratelli Dori.

Secondo gli investigatori i 53 destinatari dell’ordinanza appartenevano a due gruppi criminali, il primo dedito all'importazione dalla Turchia, alla fabbricazione e alla commercializzazione di capi di abbigliamento con marchi contraffatti. Il secondo gruppo - il cui elemento di spicco è rappresentato da Gennaro Caputo alias "o' Cinese" - già arrestato più volte per i medesimi reati - impegnata nella produzione, in ambito locale, a livello industriale di rotoli di pellame serigrafati con loghi e marchi di note marche nazionali ed internazionali. Tali rotoli di tessuto erano destinati ad una folta schiera di "clienti" che lo utilizzavano per realizzare - completandoli con parti ed accessori provenienti da "imprese regolari" marchigiane - centinaia di migliaia di articoli di pelletteria venduti in tutta Italia, Veneto compreso. I fatti contestati, dettagliati in un’informativa della Finanza sulla pista turca, risalgono agli anni 2010-2011. Ieri, nell’interrogatorio di garanzia in tribunale a Venezia, i due fratelli si sono avvalsi della facoltà di non rispondere.

L’avvocato che li difende, Federica Santinon, farà ricorso al tribunale del Riesame per chiederne la scarcerazione. Secondo la difesa i fatti contestati dalla procura di Napoli sarebbero gli stessi per i quali, meno di un mese fa, i due fratelli sono stati condannati, in primo grado, a 5 anni di carcere insieme ad altre due persone (5 anni a Maria Claudia Amihaesei, fidanzata di Elia, e 3 anni e 9 mesi a Marco Alaia, artigiano di Firenze) dopo che nel 2014 erano finiti ai domiciliari con l’accusa di essersi associati tra loro per vendere prodotti industriali di pelletteria con marchi falsi di gruppi come Gucci, Prada, Dior o Chanel.

Francesco Furlan

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