Mamma muore 4 ore dopo il parto non ha superato tre arresti cardiaci

La vittima è Francesca Schirinzi, 34 anni, di Annone. È spirata all’ospedale, l’Usl 2 mette a disposizione uno psicologo



Non ha fatto nemmeno in tempo a dare una carezza al suo bambino Marco Francesco. Pochi istanti dopo il parto, mentre le ostetriche portavano il piccolo nell’isola neonatale per la pulizia, Francesca Schirinzi, una giovane mamma di 34 anni, si è sentita male.

Ha perso conoscenza, c’era un arresto cardiaco in corso seguito da una forte emorragia. I medici tentano la rianimazione, poi la corsa disperata in sala operatoria per capire le cause di quanto stava accadendo. Ma di lì a poche ore, accade la tragedia, il cuore di Francesca si ferma di nuovo una seconda e poi una terza volta.

Nessuna procedura medica è riuscita a evitare la morte della giovane mamma. Nella notte tra martedì e mercoledì sono passate quattro ore dal momento della gioia più grande, quando il suo bimbo è venuto al mondo sano e forte, a quello del dolore più straziante. «In questo momento così difficile siamo vicini alla famiglia e siamo a completa disposizione anche per fornire un supporto psicologico se questo verrà ritenuto opportuno», spiega il direttore generale dell’Usl 2 Francesco Benazzi. Ieri, nel reparto di Ginecologia diretto dal dottor Roberto Baccichet, solo silenzio e tristezza nei volti del personale che si sta prendendo cura del neonato e sta supportando in tutti i modi i familiari della donna.

IL RICOVERO

Francesca, mamma anche di una bambina di quattro anni, era originaria del Salento ma viveva ad Annone Veneto, in provincia di Venezia. La sua seconda gravidanza era stata regolare, così come non aveva destato preoccupazione il suo ricovero all’ospedale di Oderzo qualche giorno prima del parto, deciso a scopo precauzionale perché la donna aveva la pressione alta. «La signora non era stata seguita dal nostro reparto durante la gestazione ma si era rivolta a noi per una visita in day hospital, dalla quale era emerso un lieve rialzo pressorio», fa sapere il responsabile delle direzione medica opitergina Umberto Gasparotto. Riguardo all’ipotesi che la pressione alta della futura mamma potesse essere il sintomo di una gestosi gravidica, un disturbo che può risultare fatale perché danneggia il cuore della partoriente, il dottor Gasparotto precisa che «la paziente aveva solo una leggera pressione alta che era stata affrontata con una blanda terapia anti-ipertensiva, ma non era una gestosi gravidica».

LA TRAGEDIA

Da un paio di giorni Francesca era stata quindi ricoverata a Oderzo, ormai prossima a dare alla luce il suo bimbo.

Il travaglio ha avuto inizio martedì sera, un parto spontaneo e fisiologico senza complicanze, la nascita del piccolo registrata a l’1,41. Ma due minuti dopo la situazione precipita, in maniera repentina.

«C’è stata un’improvvisa comparsa di arresto cardiaco della paziente a fronte del quale sono state attivate le manovre rianimatorie, riuscendo a ottenere la ripresa dell'attività cardiocircolatoria. A quel punto sono stati avviati una serie di accertamenti strumentali e di laboratorio» spiegano dal reparto. Quindi l’invio in sala operatoria per capire le cause del sanguinamento vaginale. Alle 5 il secondo arresto cardiaco, la rianimazione e il sanguinamento che aumenta e coinvolge altre parti anatomiche. L’avvio delle trasfusioni ma alle 5,55 il cuore di Francesca si ferma di nuovo. Per un’ora i medici hanno disperatamente tentato di rianimarla. Ma è stato tutto vano. Ieri mattina la direzione dell’Usl 2 ha convocato una riunione con il primario Baccichet e i sanitari del reparto opitergino che hanno materialmente seguito la donna in sala parto.

«Da quello che mi è stato riferito in sede di audit non sono stati ravvisati profili di responsabilità», evidenzia il dg Benazzi.

L’AUTOPSIA

L’azienda sanitaria ha deciso di effettuare il riscontro diagnostico sulla salma, una sorta di autopsia interna a scopo clinico, per capire cosa possa aver generato la sequenza di arresti cardiaci e l’emorragia. «Procederemo in questo senso tra qualche giorno, poiché restiamo a disposizione dell’autorità giudiziaria nel caso in cui venga disposta l'autopsia», conferma il dottor Gasparotto.

L’esame autoptico, infatti, potrà essere deciso solo dalla Procura per vagliare le ragioni del decesso e valutare eventuali profili di responsabilità medica. In queste ore di enorme dolore per la famiglia di Francesca, le ostetriche si stanno prendendo cura del piccolo, che è stato accolto in Neonatologia dove viene alimentato con latte in polvere e accudito senza sosta, cercando di colmare in queste prime ore, almeno in parte, un vuoto immenso. —



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