Maiolo guida i vigili del fuoco di Venezia: «Città speciale, la terremo al sicuro»

Alberto Maiolo nominato a capo del Comando provinciale dei pompieri: «Burocrazia e formazione rallentano il turn over ma i nostri servizi essenziali non sono mai a rischio»

Matilde Bicciato
Il nuovo comandante dei vigili del fuoco di Venezia Alberto Maiolo
Il nuovo comandante dei vigili del fuoco di Venezia Alberto Maiolo

Trentaquattro anni di servizio nei vigili del fuoco e ora al vertice del Comando provinciale di Venezia: Alberto Maiolo, 55 anni friulano, dal 9 dicembre scorso dirige i colleghi che lavorano in laguna e non solo.

Un incarico prestigioso e oneroso, viste le complessità insite nella gestione della sicurezza di una città unica al mondo e di una provincia per metà affacciata sul mare, ma anche delicato visto che in queste ore la Fns Cisl di Venezia lamenta carenze strutturali di organico, lo stravolgimento degli orari di lavoro e del piano ferie, paventando finanche possibili criticità nella gestione di servizi essenziali.

Comandante Maiolo, lei è arrivato e subito la Fns Cisl ha denunciato una situazione «tutt’altro che rosea» all’interno del comando.

«Sono problematiche che non riguardano soltanto Venezia ma molto comandi del Nord Italia. La carenza di personale è un fatto evidente ed è la diretta conseguenza dei meccanismi di pensionamento, di formazione e di assunzione. Se un vigile del fuoco lascia il servizio in un qualsiasi mese dell’anno, serve circa un anno e mezzo per riuscire a sostituirlo. Vuol dire, che solo dopo tutto quel tempo trascorso in caserma avremo a disposizione una persona che ha terminato il periodo di formazione ed è pronta a tutti gli effetti a lavorare. Un problema di lentezza burocratica e di tempi tecnici che non è da meno rispetto a quello dei trasferimenti. Questi ultimi sono dovuti, tuttavia non significa che non creino disagi interni».

Il segretario della Fnl Cisl Cornello dice che «senza un organico formato, ci sono delle possibilità che il Marco Polo rischi davvero di chiudere». È vero?

«No. Perché i numeri minimi di personale sono sempre garantiti. Non solo per quanto riguarda l’aeroporto ma per tutti i turni di servizio in tutti i distaccamenti della provincia. Vero che facciamo i conti con problemi di natura tecnica e di organico. Ma non per questo la sicurezza ne risente. Gli sforzi dei miei uomini sono lodevoli e sono molti, soprattutto quando si parla di richiamare in servizio chi ha appena terminato il suo turno. Tutto questo per garantire un presidio costante. Il soccorso è sempre garantito. Le cose devono migliorare dal punto di vista amministrativo, noi per ora possiamo solo lavorare nelle condizioni in cui siamo».

Come si trova con il suo nuovo incarico veneziano?

Vado fiero di questo ruolo. Nel mio curriculum conto molte esperienze, in diverse città. Venezia è una città importante: quello che succede qui ha un’eco mondiale e si tratta di un luogo con delle regole quasi a sé stanti. È una città di terra e di acqua. Ci sono, come sempre, le difficoltà, ma lavoriamo insieme per comprenderle e superarle. Ho la fortuna di aver preso servizio in un comando che può solo insegnare, tant’è che tutti gli interventi, anche i più complessi, sono quotidianamente svolti con tutta l’efficacia e la perizia del caso».

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