Luce, aria, legno, acqua e la danza verticale Fede, Francesco e Wanda stregati da Venezia

Federica Chiuch per la prima volta ha visitato Venezia che aveva 5 anni. La città con la sua luce, l’acqua, i palazzi le rimase impressa. La laguna l’aveva segnata e col passare degli anni e la maggiore consapevolezza su cosa voleva dalla vita, iniziò a pensare come doveva fare per trasferirsi a Venezia.
Finite le superiori si iscrisse a Ca’ Foscari, per frequentare Lingue Orientali e studiare il cinese. Erano gli anni Novanta. «A quel tempo c’erano sì e no, trenta ragazzi che seguivano le lezioni di cinese. Quando dicevo che lingua studiavo, tutti a chiedermi il motivo di questa scelta e nonostante le spiegazioni che davo nessuno mi capiva. Tanto che alla fine non dicevo nemmeno più quello che studiavo. La situazione era ben diversa di oggigiorno. Facevi fatica, anche a Venezia, a trovare un cinese con cui parlare. La stessa Cina era un’altra cosa. Ci sono stata due volte per alcuni anni. All’epoca c’era ancora la Cina Medioevale, c’erano zone dove non potevi andare. Oggi è un altro mondo». Una volta laureata cerca di capire cosa farsene della lingua cinese. Capisce che l’unica offerta concreta in quegli anni è il lavoro in ditte di import ed export. Cosa che non fa per lei. E poi c’è Venezia, da cui non si può staccare. «Venezia è sempre stata per me il modello della città ideale, dove ritrovo tutti i mondi possibili , dove presente e passato si fondono in armonia e il senso della bellezza nutre la vita di tutti i giorni». Si rimette a studiare. Ma questa volta studia la città. E finalmente diventa guida. Sposa un mascherer e va a vivere alla Giudecca. «È l’isola del cuore, il luogo dove c’è ancora Venezia con un’offerta di attività culturali per tutti i cittadini, che altri posti non hanno». —
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