L'omaggio di Mestre al maggiore Luca Pettinato
In centinaia sfilano nella camera ardente per l'ufficiale dei Carabinieri stroncato da malore a soli 40 anni mentre era a cena con la moglie

MESTRE. Centinaia di cittadini si sono stretti nel lutto ai carabinieri di Mestre per la morte, improvvisa e crudele, del maggiore Luca Pettinato, stroncato ad appena 40 anni da morte cardiaca mentre era a cena a Venezia con la moglie Morena.
Incessante e affettuoso l'omaggio nella camera ardente, aperta dalle 17 e per tutta la notte alla Caserma Piave di via Miranese dove il maggiore Pettinato comandava il Nucleo Operativo.
Sulla bara il berretto, la sciabola e la sciarpa dell'ufficiale; accanto, disperata ma composta nel dolore, la moglie Morena e i genitori di Pettinato. I funerali, martedì alle 10 in Duomo a San Lorenzo.
Il malore fatale, senza preavviso alcuno, ha stroncato sabato sera intorno alle 22 il maggiore mentre era con la moglie alla taverna La Fenice a Venezia; si è accasciato sulla compagna.
Immediatamente soccorso da alcuni medici presenti nella sala, non dava risposte; e inutili sono state le manovre di rianimazione tentate per quasi un'ora, lì, nella sala del ristorante, dal personale del 118 sotto gli occhi sconvolti della moglie, dei colleghi e dei superiori nel frattempo accorsi.
Luca Pettinato conduceva una vita sana; non beveva, non fumava, praticava regolarmente sport; il medico legale ha stabilito che a ucciderlo è stato una morte cardiaca, evento diverso dall'infarto, raro negli anziani, rarissimo per i giovani e per i giovani adulti. Impossibile da contrastare, comunque, quando si manifesta: il cuore, semplicemente e brutalmente, si ferma.
I genitori del maggiore sono giunti da Forlì, quelli della moglie, sposata tre anni fa, da Abbiategrasso.
Luca Pettinato era una persona per bene. Un uomo franco e diretto, un ufficiale dei carabinieri integerrimo, un investigatore acuto e intelligente.
"Perdiamo un ottimo ufficiale e un grande uomo. Per cui il dolore è ancora più forte _ dice il colonnello Giovanni Cataldo, comandante provinciale dell'Arma _ L'ho visto morire. Ho visto quanto i medici si sono prodigati per salvarlo. E' una grande perdita per tutti. Un uomo e un ufficiale che si è sempre prodigato e distinto per risolvere i problemi, mai per crearne. Un collaboratore che tutti i comandanti vorrebbero avere accanto".
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