«Lo schianto, il dolore l’aiuto di un ragazzo»

JESOLO. «Mi ricordo di aver sentito a un certo punto un dolore tremendo al corpo, il rumore delle lamiere e un forte odore di bruciato. Poi è arrivato un ragazzo, mi ha urlato di scendere perché stava per prendere fuoco la macchina. Ma io non ci riuscivo. È allora andato un po’ più avanti e alla persona che era con lui ha gridato: “Non venire, perché c’è un uomo fuori dalla macchina”. Ieri pomeriggio Antonio De Alteriis, agente immobiliare jesolano di 44 anni accusato di duplice omicidio colposo causato da incidente stradale, davanti al giudice Sara Natto ha fornito la sua ricostruzione dei fatti per la notte del 20 luglio 2013 a Ca’ Nani. C’era lui alla guida della Bmw station wagon che, dopo aver invaso la corsia opposta, si era schiantata contro un furgone Fiat Scudo a bordo del quale c’erano Antonio Ferro, 50 anni di Cavallino, e Michele Costantini, 62 anni di Ca’ Savio. Stavano andando al mercato del pesce di Venezia ad acquistare la materia prima, avevano perso entrambi la vita.
«L’amico con cui ho trascorso la serata a Treviso mi ha chiesto se ero nelle condizioni di guidare, gli ho detto sì e sono partito. Ricordo la strada, la tangenziale di Treviso, la Treviso-Mare, fino alla rotatoria di Santa Maria di Piave. Subito dopo c’è una curva a sinistra, un piccolo rettilineo e una curva a destra», ha raccontato l’imputato, «ricordo fino al punto in cui la strada fa la curva a sinistra, poi più nulla». Poco dopo, secondo il racconto fornito in aula da De Alteriis, sono arrivati i soccorsi. «Ho sentito delle voci, ho provato a scendere dall’auto ma non ce la facevo. Ero caduto sul sedile, con le gambe fuori», ha riferito il 44enne, «sono stato tirato fuori dall’auto e steso a fianco. Mi hanno chiesto cosa fosse successo e l’unica cosa che ero riuscito a dire è stata “Non ricordo”».
Perché dunque l’agente immobiliare ha perso il controllo della macchina? In aula i difensori dell’imputato, Ferdinando Trivellato e Alfredo Traversa, e della parte civile, l’avvocato Simone Zancani che segue il caso assieme al collega Guido Simonetti per conto degli eredi di Antonio Ferro, hanno battagliato sugli esami tossicologici a cui è stato sottoposto il conducente, e in particolare sul momento in cui sono stati effettuati rispetto all’incidente. La difesa della parte civile ha inoltre presentato in aula un video in cui un professionista ha ricostruito al computer la dinamica dell’incidente realizzando dei filmati che analizzano le traiettorie seguite sia dalla Bmw che dal furgone, fino allo schianto.
La difesa dell’imputato, invece, ha prodotto una perizia tecnica sull’aspetto tossicologico. La giudice Sara Natto ha rinviato l’udienza al 22 maggio per la discussione. In quell’occasione dovrebbe essere pronunciata la sentenza.
Nel procedimento non si sono costituiti come parti civili gli eredi dell’altra vittima, Michele Costantini, che viaggiava come passeggero. La moglie, i due figli, i due fratelli e un nipote, tutti difesi dall’avvocato Augusto Palese, sono stati integralmente risarciti dalla compagnia di assicurazione garante prima dell’inizio del processo.
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