«Lo chiamavano Generoso e lo era davvero»
Colleghi e amici ricordano il pescatore abilissimo nel riparare le reti

Generoso di nome e di fatto. E' il tratto principale del carattere di Massimo Scarpa.
Il pescatore.
Lo ricorda così Aldo Marmi, presidente della cooperativa di San Pietro in Volta, alla quale era associato Massimo. «Un bravissima persona - lo ricorda Marmi - tutta casa e lavoro. Un lavoro che aveva imparato dal padre, Sante, e da tutta la sua famiglia, e che ci teneva a svolgere nel migliore dei modi. Per esempio lui non aveva mai voluto fare il caparozzolante. Troppi rischi e problemi con le forze dell'ordine, diceva. Lavorava molto, ma voleva farlo in modo tranquillo. Quando veniva in cooperativa per farsi sistemare una questione burocratica, potevi star sicuro che il giorno dopo ti portava un pacco di pesce pescato da lui personalmente. E avevi un bel dire che non era il caso, che "le carte" erano il nostro lavoro e che lui non si doveva disturbare. Non riuscivi a convincerlo e dovevi accettare per forza il suo regalo». Massimo era sposato con Donatella, che lavora in una casa di riposo. Lui pescava con le reti da posta: triglie, sogliole, cannocchie erano la sua merce, che si dava da fare anche per vendere personalmente».
L'amico.
Ma Massimo era anche un «mago» delle reti. «Le aggiustava e le fabbricava personalmente - racconta Giorgio Vianello, presidente della municipalità di Lido e Pellestrina - a Portosecco, da dove veniamo entrambi, le nostre famiglie si conoscono benissimo. Siamo cresciuti insieme e quest'arte di sistemare le reti gli è stata trasmessa dalla famiglia e moltissimi pescatori si rivolgevano a lui. Era praticamente il suo hobby. Quando non era fuori a pesca, riparava le reti. Il suo unico altro svago era seguire le partite in casa del San Pietro in Volta». Massimo, oltre alla moglie e al padre, lascia la madre, Colomba, e la sorella Teresa, che lavora nella cooperativa.
I precedenti.
Negli ultimi anni ci sono stati altri 3 morti a causa dell'urto di barchini contro pali o bricole. Nel luglio 2007 è morto il 19enne veneziano Andrea Cristante, finito contro la «dama» all'isola di San Lazzaro. Cinque anni fa era toccato al gondoliere 27enne Simone Costantini, contro una bricola a San Servolo; nel 2001 è morto il 34enne muranese Luciano Tommasi.
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