Lo chef stellato Ros di Scorzè scrive a Conte: «Presidente, ci faccia lavorare»

SCORZE'. Lo chef stellato Raffaele Ros (titolare con la moglie Michela Berto del ristorante San Martino di Scorzè) ha scritto questa lettera per il primo ministro Giuseppe Conte, alla luce dell’ultimo decreto che vieta gli spostamenti tra comuni proprio nei giorni di Natale. Dentro c’è anche un appello, affinchè il settore, già in difficoltà, non sia ancora di più penalizzato.
«Egregio dottor Giuseppe Conte, mi chiamo Raffaele Ros e con mia moglie gestisco un ristorante a Rio San Martino di Scorzè, in provincia di Venezia. Non è un comune di grandi dimensioni, ha meno di 20 mila abitanti e la frazione dove ho il locale supera di poco le duemila unità. Vivo nella ristorazione da quasi quarant’anni e dopo tanti sacrifici, impegno e passione, negli ultimi anni abbiamo ottenuto eccellenti risultati, ottenendo molte soddisfazioni, tra cui l’ottenimento della Stella Michelin.
«In queste ultime settimane di pandemia ci siamo reinventati, abbiamo rivisto il nostro modo di lavorare rinunciando alle aperture serali; in precedenza abbiamo rispettato il distanziamento, con mia moglie abbiamo fatto la scelta di puntare ancora di più sui produttori locali che, anche loro, soffrono di quanto sta succedendo quest’anno. È un modo per aiutarci, per sostenerci. Lo abbiamo fatto perché ci crediamo, perché crediamo nel lavoro quotidiano. Ho letto l’ultimo decreto che limita gli spostamenti nei giorni di Natale e Santo Stefano e non sappiamo con quali clienti riusciremo a lavorare in quei giorni, perché il nostro bacino è soprattutto da fuori comune.
«Al momento sto tenendo ferme le prenotazioni. Attorno abbiamo città come Venezia, Treviso, Padova ma nessuno potrà venire da noi. Capiamo il dramma che si sta vivendo ogni giorno, la situazione difficile del nostro paese, e non solo, ma non capiamo del perché sino al 24 dicembre ci siano delle regole e delle altre per i successivi due giorni. Le condizioni di lavoro non cambierebbero, il distanziamento sarebbe sempre garantito, le prenotazioni anche.
«In questo momento penso a quei miei colleghi di grandi città del Nord, come Milano e Torino che nelle ultime settimane non hanno potuto lavorare perché in Zona Rossa e magari da qui ai prossimi giorni qualcosa faranno. Si stanno agevolando le multinazionali, i centri commerciali, gli acquisti in internet, facendo morire il vero Made in Italy. Ma penso pure a chi possiede o gestisce un locale in piccoli centri e a dicembre farà fatica: sul sito della Guida Michelin c’è scritto che solo l’11 per cento dei ristoratori stellati è aperto. E il dato mi sembra molto significativo. Se davvero si vuole fermare il Covid-19, allora converrebbe chiudere tutto: solo così si arresterebbe per davvero la pandemia. Per questo Le chiedo di rivedere la sua posizione, altrimenti il nostro settore, quello della ristorazione, rischia di subire l’ennesimo brutto contraccolpo. Distinti saluti. Raffaele Ros».
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