Lite Venezia-Cavallino, è rinvio

Rinviata al 15 novembre l’udienza davanti al Consiglio di Stato, chiamato a decidere sulla divisione dei beni tra il Comune di Venezia e quello diCavallino-Treporti, a 13 anni di distanza dal referendum del dicembre 1998 che - con il solo voto dei residenti del Litorale - sancì la separazione dal capoluogo.
In ballo un patrimonio da 40 milioni di euro (più un decennio di interessi) e una quota parte di società e partecipazioni azionarie di Ca’Farsetti, il tutto pari al 6,82% dell’intero patrimonio del Comune di Venezia, come stabilito da una delibera della Provincia del 2001, impugnata ora dal Comune lagunare.
Assente per impegni non rinviabili l’avvocato di Ca’ Corner - il professor Vittorio Domenichelli - il presidente della I sezione del Consiglio di Stato Baccarin (già presidente del Tar Veneto) ha concesso la richiesta proroga breve. Udienza di merito, dunque, tra un mese.
Perso il primo grado al Tar - con i giudici che hanno confermato l’equità della divisione, dopo che la Corte Costituzionale aveva respinto un’eccezione del Comune sulla congruità della ripartizione - ora l’avvocato di Ca’Farsetti, professor Federico Sorrentino, punta sull’incostituzionalità della legge regionale che portò alla divisione, affidando il voto ai soli residenti del Litorale (norma già giudicata incostituzionale su ricorso di Isola della Scala). Certo, semmai fosse accolta, non si potrà cancellare lo status quo, ma Venezia punta almeno ad abbassarne il prezzo economico. Una sentenza di conferma del primo grado sarebbe una mazzata capace di fiaccare le casse già martoriate di Ca’ Farsetti.
«Prima o poi, Venezia dovrà dare la sua parte con gli interessi», commenta serafico il professor Mario Bertolissi, legale del Comune di Cavallino-Treporti, «per noi si tratta comunque di un investimento, anche se a lungo termine».
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