Lio Piccolo, trovato un imponente magazzino del sale di epoca romana

Si tratta di un edificio in legno scoperto grazie agli scavi dei ricercatori di Ca’ Foscari nell’isola della laguna nord di Venezia

Il progetto Vivere d’acqua di Ca’ Foscari ha portato alla luce un altro segmento dell’antica storia lagunare, rivelando un ulteriore settore delle monumentali strutture in legno di un edificio collegato ad una filiera produttiva, probabilmente un antico magazzino per il sale, di epoca romana.

Si tratta di una delle pertinenze rustiche della cosiddetta villa marittima di Lio Piccolo. L’edificio aveva una particolarissima configurazione: in una fossa di fondazione larga 1,5 m e profonda altrettanto, gli antichi romani hanno depositato a coppie lunghe e possenti travi di legno, spesse 25/30 cm.

Sopra di esse erano appoggiati, senza chiodi o cavicchi, numerosi robusti tronchi di quercia, ancora incredibilmente conservati (corteccia compresa), con un diametro di 60/70 cm. L’argilla lagunare usata come riempimento della fossa garantiva un’estrema solidità della fondazione di un edificio in legno, circondato dalle acque, che doveva svilupparsi in elevato, ma che soprattutto poteva sopportare un carico di pesi notevolissimo.

L’ipotesi di lavoro a cui Diego Calaon e Daniela Cottica - direttori del progetto archeologico - stanno lavorando è che questo edificio possa essere una delle strutture delle antiche saline romane presso la costa, usato magari proprio per conservare il sale appena prodotto nelle vicine aree di salinazione, presso l’attuale isola delle “Saline”.

Le analisi stratigrafiche, condotte al di sotto dei livelli medi di marea grazie all’impiego di pompe in un grande cantiere appositamente pensato per poter scavare scientificamente all’asciutto al di sotto delle acque e delle barene, descrivono un edificio con una probabile forma a “c” che si sviluppava intorno ad un cortile interno, occupato da una vasca per il filtraggio delle acque, ovvero un pozzo alla veneziana. Un’ampia vasca foderata in argilla, riempita con sabbia pulitissima proveniente da dune costiere che, come i pozzi della Venezia medievale, serviva a filtrare l’acqua piovana dei tetti dell’edificio per renderla potabile.

L’edificio in legno era sicuramente il luogo di lavoro degli schiavi che si muovevano intorno alla villa. Le stratigrafie rivelano piani di lavoro, buche di palo, resti di attività artigianali: probabilmente per riparare e preparare gli strumenti che servono al mantenimento di un complesso sistema ambientale, fatto di argini e strutture complesse per poter sfruttare al massimo le risorse lagunari.

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