Liberato dopo otto mesi Gianluca Salviato, il tecnico rapito in Libia GUARDA Il primo bacio alla famiglia GUARDA La festa degli amici in stazione

TREBASELEGHE. Gianluca Salviato è stato liberato e potrà tornare a casa. La speranza si era riaccesa dopo la liberazione di Marco Vallisa, tecnico piacentino rapito in Libia a luglio. Ora anche Salviato è stato liberato, nelle scorse ore.
Lo si apprende da Trebaseleghe, comune del Padovano in cui abita il tecnico della società di costruzione “Enrico Ravanelli” di Venzone, che era stato rapito nel marzo scorso aTobruk, in Libia.
Grande gioia nella famiglia. Negli ultimi mesi un canale di trattativa con i rapitori si era aperto ed era stato seguito con determinazione dalla Farnesina. Impossibile, per ora, sapere se è stato o no pagato un riscatto.
Salviato sarebbe già in Italia e in mattinata dovrebbe comparire davanti al tribunale di Roma per raccontare la vicenda del suo rapimento ai magistrati, che apriranno un'indagine sul caso. Dovrebbe poter rientrare in serata: arriverà in treno da Roma sino a Mestre e da lì in auto per Trebaseleghe.
Salviato soffre di diabete e al momento del suo rapimento nella zona di Tobruk dove stava lavorando le sue dosi di insulina e tutto il materiale sanitario che aveva con sè era stato abbandonato dai rapitori sull'auto da cui è stato prelevato
Salviato alla Farnesina: «Grazie, siete stati fantastici». «Grazie, siete stati fantastici, siete degli uomini eccezionali». Sono le poche parole rivolte agli uomini della Farnesina che, al momento, Gianluca Salviato, liberato dopo otto mesi di prigionia in Libia, si lascia sfuggire mentre si appresta a lasciare Roma per tornare in Veneto. «Ho fatto un'unica richiesta - aggiunge Salviato - ed è che quando arrivo a casa ci sia il tricolore alla finestra perchè sono italiano e debbo molto a questo Paese»
Anche Gianluca Salviato stanotte è rientrato in Italia libero. Grazie a unità di crisi, ottimo lavoro servizi, ambasciata. #giocodisquadra
— Paolo Gentiloni (@PaoloGentiloni) November 16, 2014
La madre: "Come un secondo parto". «Gianluca ci ha chiamati di persona, ieri sera alle 19.20. Non siamo riusciti a contenerci, non ci potevamo credere, abbiamo cominciato a urlare all’impazzata». A parlare è Cristiana Salviato, sorella di Gianluca, il 48enne tecnico rapito in Libia a Tobruk 8 mesi fa e liberato ieri sera. «Sapevamo che la Farnesina stava lavorando - aggiunge - ci avevano informato ma senza troppi dettagli. Ieri è arrivata la sua telefonata in cui diceva: "Sto rientrando". Gioia pazzesca, adesso stiamo andando a Roma, ma credo che non riusciremo ad abbracciarlo prima delle 14. Ringraziamo tanto i tecnici e gli operatori della Farnesina per tutto quello che hanno fatto. Il riscatto? Non sappiamo se sia stato pagato».
La telefonata di Salviato ha avuto un effetto particolare su Gelsomina Bergamo, la mamma del tecnico, che in questi mesi si era battuta come un leone, mandando lettere ai ministri e chiedendo aiuto di tutti per capire cosa fosse successo a suo figlio. La donna, ieri sera alle 19.20, è finalmente riuscita a rilassarsi dopo 8 mesi di tensione. «È stato un secondo parto - ha detto ai figli - come se fosse nato una seconda volta».
Assessore Speranzon: "Non vedo l'ora di abbracciarlo". «Siamo tutti elettrizzati. Non vedo l’ora di riabbracciare Gianluca». Raffaele Speranzon, assessore alla Cultura e alle Politiche giovanili della provincia di Venezia, è uno degli amici più cari di Gianluca Salviato. «Avevo parlato con i famigliari proprio i giorni scorsi dopo la liberazione di Marco Vallisa (il tecnico piacentino rapito in Libia a luglio, ndr). Loro erano terrorizzati, perché era stato rapito dopo e liberato prima di Gianluca. Per me, invece, era un buon segno. Per fortuna questa notte è successo quello che è successo e Gianluca potrà tornare tra noi».
Sindaco di Martellago: "Gioia per la nostra comunità". «È una grande gioia per la nostra comunità che ha condiviso con la famiglia di Gianluca questo duro periodo». Lo afferma Monica Barbiero, sindaco di Martellago cittadina dove abita Gianluca Salviato. «Oggi è una giornata di sole - rileva - e dopo tanta pioggia questa luce si aggiunge alla serenità che abbiamo ritrovato». «Ero molto preoccupata - aggiunge - per quest'incubo che gravava sulla famiglia di Gianluca, una preoccupazione dovuta sia al fatto in sè ma anche al suo stato di salute che, come noto, non era dei migliori».
Zaia: "Felicità di tutta la comunità veneta". «Mi felicito a nome di tutta la comunità veneta per il rilascio di Gianluca Salviato in Libia: è davvero liberatorio sapere che è finita la sua prigionia e la sofferenza per lui e suoi familiari». Il presidente della Regione del Veneto, Luca Zaia, si unisce così ai sentimenti di gioia per la notizia della liberazione del tecnico veneto Gianluca Salviato, rapito il 22 marzo scorso in Libia dove lavorava per un'azienda che opera nel settore delle costruzioni. «A questo risultato - prosegue il presidente veneto - hanno sicuramente concorso una serie di fattori e l'azione svolta per portare a termine con successo una difficile negoziazione. Dopo la liberazione dei tre missionari vicentini di qualche mese fa, in Camerun, oggi dal continente africano giunge quindi un'altra bella notizia che non può che riempirci di gioia». «La speranza - conclude Zaia - è che chi lavora per lo sviluppo di quei Paesi non si senta costantemente a rischio ma si senta considerato come un bene da proteggere e non una minaccia o, peggio, una merce di scambio».
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