«Libera l’amore dai lucchetti» prende piede anche a Roma
Liberare l’amore da ogni catena o lucchetto, da ogni rugginosa e stantia pretesa di rendere un gesto stereotipato e privo di fantasia il simbolo di qualcosa di bello e delicato come l’unione di due persone. Liberare Roma da tonnellate di ferraglia che lasciano in eredità alla città solo sporco, problemi per la difficile e costosa rimozione. Così, prende piede l’iniziativa lanciata dal Ponte dell’Accademia a Venezia dallo scrittore Alberto Toso Fei: mentre in laguna si è conclusa ieri una settimana di “resistenza attiva” contro i “lucchetti dell’amore”, l’iniziativa prosegue a Roma e a breve anche in altre città in giro per il mondo da dove giungono richieste di adesione all’iniziativa.
Con “Unlock your love” saranno centinaia, migliaia, i romani residenti che apporranno sui luoghi sensibili cartellini in più lingue in cui è raffigurato un lucchetto a forma di cuore finalmente aperto, e in cui si spiega che «il gesto compiuto è contro il buon senso e l’amore stesso, e che regala un lascito pesante e immeritato alla città».
Lo faranno nella maniera più ecologica possibile, tentando di limitare l’utilizzo del nastro adesivo e utilizzando materiali biodegradabili come semplice carta e filo, laddove sarà possibile; comunque limitando al massimo sporco e inquinamento ambientale. «A Roma già da alcuni anni, dopo il crollo di un lampione di Ponte Milvio causato dall’enorme peso di migliaia di lucchetti», spiegano gli organizzatori dell'iniziativa, «la situazione è mantenuta molto più sotto controllo ma la tentazione di legare il proprio amore a un parapetto, una ringhiera, un lampione, con un lucchetto, è sempre forte e non bisogna abbassare la guardia. Crediamo sia arrivato il momento, assieme alle azioni di rimozione, di mandare un messaggio chiaro a tutte le persone che arrivano a Roma e che hanno un’idea alquanto distorta dell’amore»
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