Lia, un abito giusto lungo 53 anni

VENEZIA. Quella volta che vestì Eleonora Giorgi incinta ma desiderosa di restare sexy nonostante il pancione. Quell’altra volta che dovette far chiudere le porte per permettere a Kevin Costner di fare shopping in santa pace. E quell’altra ancora che accontentò i capricci di Alessia Marcuzzi per la quale apparecchiò un intero guardaroba di Ralph Lawrence. Rosalia Vianello, per tutti e per sempre Lia, è la memoria storica, la confidente e l’ispiratrice del Duca d’Aosta. Fino a lunedì, perchè dopo 53 anni di vita e passione tra gli scaffali e i camerini dello storico negozio di abbigliamento delle Mercerie, dopo aver consigliato cinque generazioni di Ceccato (i titolari) e altrettante di veneziani, Lia andrà in pensione.
La (comprensibile) nostalgia è già dietro l’angolo per la responsabile di vendita entrata al Duca come sarta quand’era ragazzina e presto diventata commessa perchè dopo aver fatto e disfatto gli orli a tutte le signore di Venezia, le stesse clienti hanno iniziato a volerla come guida, competente ma discreta, nella delicata scelta dell’abito giusto, del cappotto alla moda, della borsa da abbinare al cappello. Erano gli anni Settanta e le clienti si chiamavano Catherine Deneuve, Monica Vitti, Valentina Cortese, Cristina Onassis, che spesso si serviva direttamente nel reparto maschile, ma anche Claudio Villa, Alain Delon, Roger Moore. I marchi come Max Mara, Prada o Ferretti non avevano il monomarca ma un corner al Duca d’Aosta, sempre un po’ più avanti degli altri nella scelta degli stilisti giusti. E dietro il banco, nel suo golfino nero, la Lia.
«Sono stati anni bellissimi - racconta - certo, quello della commessa è un lavoro nel quale ci vogliono una grande pazienza, istinto e onestà. Se un abito sta male bisogna dire che sta male, anche a costo di non vendere. Solo così è possibile guadagnare la fiducia delle clienti. La regola giusta è essere umili, mai invadenti e cercare di instaurare un rapporto di fiducia e a volte anche di amicizia con un pizzico di psicologia».
Patita di Jil Sander, la Lia si gode la sua settimana di festeggiamenti: con i titolari Tito e Giuliano Ceccato, lo storico direttore Giuliano Berti e, stasera, con le colleghe più giovani alle quali ha insegnato tutto quello che ha imparato in oltre 50 anni, inclusa la regola d’oro del non insistere mai.
Manuela Pivato
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