L’Hotel Rialto resta chiuso lavoratori preoccupati

Hotel Rialto chiuso dal lockdown senza prospettive di riapertura. Ieri i trenta dipendenti della struttura alberghiera ai piedi del ponte di Rialto si sono ritrovati per una assemblea con Monica Zambon della Filcams Cgil di Venezia. Presenti anche colleghi di altre catene alberghiere per testimoniare solidarietà ai colleghi, che sono una parte dei 160 addetti che lavorano per gli hotel e locali del veneziano Lino Cazzavillan. Che con prudenza, viste le poche prenotazioni, e la preoccupazione per l’emergenza sanitaria continua ad andare controcorrente, tenendo tutto chiuso il suo piccolo impero veneziano.

Cazzavillan è infatti titolare di sette alberghi (tra cui l’ hotel Cavalletto e il Rialto), due caffè in Piazza (l’Eden e il bar Americano, da poco riaperto), due ristoranti in zona San Marco. Prima le ferie, poi la cassa integrazione per i 167 addetti. Ieri i lavoratori dell’hotel Rialto si sono riuniti per esprimere tutta la loro preoccupazione per il futuro e il presente. «Non hanno neanche l’anticipo del Fis e quindi sono a zero entrate mentre la città, lo abbiamo visto tutti, torna a riempirsi di turisti. Non si può pensare di rinviare direttamente al 2021 la riapertura. Serve un piano, magari utilizzando formule innovative per Venezia come l’albergo diffuso. Ma occorre parlarne con la proprietà e anche coinvolgere l’amministrazione comunale», spiega Monica Zambon. La sindacalista spiega di aver già chiesto un incontro a Cazzavillan e oggi invierà una richiesta ufficiale di incontro in Comune.

Cazzavillan, 90 anni, aveva spiegato con lucidissima attenzione, la situazione di precarietà per il settore turistico lo scorso luglio. E la scelta di non riaprire l’ha motivata attentamente. «Per una questione di responsabilità. Prima di tutto penso alla salute dei miei dipendenti e dei clienti. Abbiamo molto personale straniero, come albanesi e bengalesi, che magari non capiscono bene la nostra lingua e tutte le regole da seguire. Cosa faccio se un lavoratore si ammala? E se sta male un ospite? Bisogna essere realisti. L’emergenza non è finita, chi vuole rischiare, rischi». Ma i dipendenti temono per i loro bilanci familiari e chiedono un graduale rientro al lavoro. E il sindacato è pronto a fare la sua parte con contributi pratici di idee per una ripresa. —

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