«L’hotel Capo Est deve chiudere»
SOTTOMARINA. Dopo la relazione da parte degli ispettori dell’ex ufficio d’igiene, a seguito dell’ispezione eseguita la scorsa settimana, il sindaco Alessandro Ferro ha emesso una ordinanza di chiusura nei confronti della hotel Capo Est per diverse criticità emerse soprattutto sul piano igienico-sanitarie.
L’ispezione era stata richiesta da dei clienti dell’hotel che volevano il rimborso della cifra versata tramite bonifico in quanto le stanze non erano dello standard conforme visto su internet, dove era avvenuta la prenotazione. Sul posto, oltre agli ispettori della Usl 3, erano intervenuti anche i carabinieri e gli agenti della polizia locale. La relazione non lascia alcun dubbio sullo stato attuale della struttura, che già in passato aveva dovuto subire altre ordinanze di chiusura. Le motivazioni che inchiodano l’Hotel Capo Est parlano di una cucina che risulta in parte smantellata, dichiarata non in uso, ed in parte pure allagata. Anche il bar della hall, che secondo i proprietari dell’albero non è utilizzato, versa in pessime condizioni, così come la piscina esterna che, secondo sempre gli ispettori, risulta in stato di degrado e di abbandono, oltre ad essere ricolma di acqua piovana. Sono state pure controllate, con il criterio della casualità, anche le camere dell’hotel ed anche in questo caso la situazione non è certo delle più lusinghiere.
Sulle camere gli ispettori dell’Usl hanno annotato un arredamento piuttosto vetusto ma soprattutto un grado di igiene veramente infimo tanto da necessitare una ordinaria e straordinaria pulizia. Carenze dal punto di vista igienico-sanitarie sono state riscontrate in pratica in quasi tutti i locali, compresa la hall e le scale. Per questi motivi il sindaco ha recapitato a Riccardo Boscolo Meneguolo, legale rappresentante della Boscolo Invest srl, che aveva rilevato la precedente gestione, comunque riconducibile ad una persona di famiglia, il padre Giuliano Boscolo Meneguolo, l’ordinanza con la chiusura dei locali fino al ripristino delle idonee condizioni igienico-sanitario. La ditta potrà ricorrere contro l’ordinanza entro 60 giorni.(d.z.)
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