Nuova Legge Speciale per Venezia, gli ingegneri: «Il Mose non basta, dobbiamo agire ora»
L’Ordine degli Ingegneri ha presentato un documento tecnico con le priorità necessarie per la salvaguardia della laguna. Il presidente: «Abbiamo voluto offrire un contributo»

Un piano articolato, con priorità operative e indicazioni concrete, per affrontare il futuro della laguna e rilanciare Venezia nel segno della sostenibilità e della responsabilità istituzionale.
È questo il contenuto del rapporto redatto dal Gruppo di Lavoro sulla revisione della Legge Speciale per Venezia, istituito dall’Ordine degli Ingegneri della Città Metropolitana, che è stato presentato pubblicamente con l’obiettivo di contribuire al rilancio della discussione su un tema che resta centrale per il destino della città.
«Abbiamo voluto offrire un contributo tecnico e costruttivo» spiega il presidente dell’Ordine, Mariano Carraro «per aggiornare un impianto normativo ormai superato, e che oggi fatica a rispondere alle sfide imposte dal cambiamento climatico e dalla complessità del sistema lagunare».

Cinque punti chiave
Il rapporto mette al centro la necessità di aggiornare e armonizzare la Legge Speciale, creando un sistema legislativo coerente che consenta all’Autorità per la Laguna di esercitare appieno i propri compiti.
Cinque, in particolare, le priorità operative indicate a breve e medio termine: la gestione regolare del Mose, con definizione puntuale delle regole di attivazione e manutenzione; l’avvio dei monitoraggi necessari a elaborare il Piano Generale degli Interventi, per accompagnare l’entrata a regime del sistema di paratoie; la redazione del Piano Morfologico, essenziale per preservare l’equilibrio idrogeologico della laguna; l’aggiornamento dei piani urbani e infrastrutturali del centro storico e delle isole, per contrastare l’innalzamento del livello del mare e lo studio di soluzioni alternative e complementari al Mose.
La portualità
Un capitolo centrale del documento è dedicato alla portualità, definita «pilastro fondamentale dell’economia veneziana e veneta». Il porto commerciale, si legge nel rapporto, «rappresenta un nodo strategico nel traffico dell’Adriatico e una reale alternativa alla monocultura turistica».
Ma servono regole chiare e rispetto dell’equilibrio ecologico lagunare. Il documento insiste anche sulla necessità di rilanciare il tessuto economico e sociale della città, oggi segnato da spopolamento e dipendenza eccessiva dal turismo. Il rilancio, per gli ingegneri, deve passare da investimenti nei settori scientifici, culturali e ambientali, favorendo l’imprenditorialità e attirando giovani talenti.
Appello al confronto
Infine, il Gruppo di Lavoro sollecita l’Autorità per la Laguna a passare rapidamente dalla fase di studio a quella operativa, chiedendo l’immediata convocazione del Comitato Istituzionale per la Salvaguardia di Venezia e della Laguna, strumento chiave per rilanciare un confronto strategico tra Stato, enti locali e territorio.
L’approccio suggerito è quello della partecipazione attiva, coinvolgendo cittadini, istituzioni, esperti e forze economiche in un percorso condiviso. L’Ordine degli Ingegneri si propone come partner tecnico e istituzionale, anche per supportare nell’elaborazione di bandi e concorsi internazionali di idee, con l’obiettivo di individuare soluzioni innovative e lungimiranti per un territorio unico al mondo.
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