Lega Nord, Malaspina nella bufera
Segretario sotto accusa per aver firmato senza leggerlo l'accordo con Tiozzo

Il segretario della Lega Massimiliano Malaspina con il sindaco Tiozzo
CHIOGGIA. Bufera sul segretario della Lega Massimiliano Malaspina. Il caso della sottoscrizione non concordata con i consiglieri del Carroccio dell'accordo programmatico di 10 punti che ha salvato il sindaco Romano Tiozzo dalle dimissioni, sta provocando un'ondata di polemiche pesanti che culmina nella richiesta di dimissioni da parte di alcuni ex leghisti doc. Il vicesindaco Sandro Todaro, gli ex assessori Corrado Boscolo Berto e Romeo Conselvan e il consigliere Marcello Gorini, tutti in attesa di un responso dei probiviri per essere reintegrati nella Lega dopo l'espulsione suggerita da Malaspina, sostengono che il segretario nel mettersi d'accordo col sindaco abbia agito senza confrontarsi con il gruppo consigliare e che ormai da tempo questo atteggiamento stia creando forti malumori tra i militanti. Il caso è scoppiato domenica. A 24 ore dall'accordo sui 10 punti di programma per proseguire nel mandato, dove compare il nome di Malaspina, i consiglieri leghisti Sandro Varagnolo e Marco Dolfin dicono di non saperne niente e di non aver appoggiato alcun accordo. Le possibili spiegazioni sono due: o il sindaco si è inventato l'appoggio di Malaspina, o Malaspina ha assicurato l'appoggio senza consultarsi con i suoi. A chiarire il quadro interviene il sindaco. «Dopo un confronto telefonico con Malaspina e con il segretario provinciale Callegari - spiega Tiozzo - Malaspina mi ha autorizzato a rendere pubbliche queste sue parole: "la Lega non tradisce, diamo ancora fiducia a questa maggioranza chiedendo un totale coinvolgimento nelle decisioni"». «Ho interpretato queste parole - dice Tiozzo - come un chiaro appoggio a continuare il mandato. Malaspina non ha materialmente letto i 10 punti, lo farà oggi, sono comunque disposto anche ad aggiungerne altri». Tanto basta per aizzare quella parte della Lega, o ex Lega, che da mesi è entrata in rotta di collisione con Malaspina. «Gli stessi consiglieri hanno sconfessato Malaspina - spiega Gorini - ora dovrebbe prenderne atto e dimettersi anche perché non ha più i numeri nella segreteria. Se poi, come credo, i probiviri ci faranno rientrare nel partito non gli resta che fare un passo indietro». «Per disonestà intellettuale - rincara Todaro - non gli resta che dimettersi». «Anche stavolta - spiega Berto - ha deciso senza discuterne prima con il partito. E' il suo modo di agire, decide tutto da solo. Dovrebbe dimettersi». «Decide sempre per conto suo - aggiunge Conselvan - ha bypassato il gruppo consiliare su una questione prioritaria. Noi siamo stati cacciati sostenendo che non ci confrontavamo con il partito, ma è lui l'unico a non farlo. Fa il padre padrone. Deve farsi un esame di coscienza. Ha sempre detto di voler mandare a casa il sindaco, nei fatti però sembra il contrario».
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