Le reliquie di Sant’Elena volano ad Atene

Via libera dal Vaticano. Appello di padre Serpelloni al Comune: «Lavori in ritardo»

A maggio le reliquie e la croce di Sant’Elena, custodite nell’omonima chiesa a Castello est voleranno ad Atene per la venerazione dei fedeli ortodossi. Vi rimarranno un mese. L’autorizzazione è arrivata direttamente dal Vaticano.

Di recente, per Sant’Elena, madre dell’imperatore Costantino che nel 313 d.C. con l’editto di Milano diede libertà di culto ai cristiani, è giunto dalla Grecia un pope. Ha donato una veste di velluto rosso porpora con oro, perle e gemme colorate provenienti da Murano. L’hanno tessuta a mano le monache. Il corredo della Santa comprende anche una stola con una scritta in latino e in greco “Corpus di Santa Elena Imperatrice”. La chiesa di Sant’Elena è guidata dai Servi di Maria che per quattrocento anni furono i teologi della Serenissima. Un antenato famoso è Paolo Sarpi. Priore e parroco è padre Carlo Serpelloni; con lui collabora padre Cristin, rumeno. «Siamo in laguna dal 1315. La Santa è arrivata a Venezia alla fine delle Crociate nel 1211. Imperatrice e imperatore rappresentano la libertà religiosa, un significato di grande attualità», spiega padre Carlo. Il religioso ricorda che il complesso è di proprietà del Comune. «Diviso in due parti, in quella restaurata ospita associazioni, nell’altra ci siamo noi con il convento, l’oratorio, la chiesa. Chiedo che il Comune metta a norma almeno le aree di sua proprietà. La tromba d’aria del 2012 ha causato gravi danni. Il Comune dall’assicurazione ha riscosso 200mila euro: 80 mila euro li ha spesi per la chiesa scoperchiata, altri 70mila per il campanile. I conti non mi tornano».

Nadia De Lazzari

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