Le note dei Metallica per l’addio a Carlo «L’amico metallaro con il cuore di panna»

Palloncini, maxi schermi e tanti giovani per l’ultimo saluto a Simonetto il 23enne morto domenica. «Il figlio che tutti vorrebbero avere» 
Sandro Perissinotto
SCATTOLIN - TOMMASELLA - FOSSALTA DI PIAVE - FUNERALE CARLO SIMONETTO
SCATTOLIN - TOMMASELLA - FOSSALTA DI PIAVE - FUNERALE CARLO SIMONETTO

commozione

«Carlo è il ragazzo che ogni genitore vorrebbe avere come figlio ed un ragazzo che ogni giovane vorrebbe avere per amico; e penso di non esagerare dicendo questo». Con queste parole, durante l’omelia, don Franco Campello, parroco salesiano di San Donà, ha voluto descrivere Carlo Simonetto, il ventitreenne fossaltino prematuramente e tragicamente scomparso nella serata di domenica a seguito di un incidente stradale, sulla provinciale 44 di ritorno da Jesolo, dopo una serata trascorsa con amici.

C’era anche il sole sul sagrato della chiesa gremito per accogliere il feretro. Prima di entrare in chiesa, per la funzione religiosa, tutta la famiglia si è stretta in un doloroso abbraccio e il padre Gabriele non riusciva a staccare le mani dalla bara di frassino chiaro.

Sono stati poi gli amici a portarla dentro la chiesa; tre amici di Carlo, tra cui Luca Carraro, che la sera dell’incidente precedeva, con la sua auto quella di Carlo e tre amici delle sorelle Eleonora e Laura, mentre risuonavano le note di “Nothing else matters” dei Metallica, il gruppo rock preferito dallo sfortunato giovane.

Ai lati della porta principale della chiesa innumerevoli foto ritraevano Carlo Simonetto in momenti gioiosi della sua breve vita ed un maxi schermo per permettere a tutti di assistere alla funzione religiosa. A concelebrare anche il parroco di Fossalta, Don Marino Zaratin, che ha detto: «Facciamo fatica a darci una risposta in momenti come questi». Don Franco ha poi continuato: «Non è nella natura delle cose che un padre ed una madre piangano la morte di un figlio, ed oggi per papà Gabriele, mamma Loredana e le loro figlie Eleonora e Laura è un’esperienza durissima, una prova immensa carica di dolore. Quando ho fatto visita alla famiglia mi sono riempito di cosa belle riguardanti Carlo. La sua generosità con tutti, l’impegno e la serietà, il senso di responsabilità nel lavoro ma anche la sua ironia, le sue battute, il suo amore per gli animali e le sue passioni musicali ma, più in profondità, la sensibilità verso chi soffre. Carlo, con la sua breve ma intensa vita, vi ricorda di spendere bene il grande dono del tempo che abbiamo».

È stata poi l’amica Giorgia, con la voce rotta dall’emozione e con le lacrime, a descriverlo. «Carlo trovava sempre il modo di farci sorridere e si divertiva con poco; gli bastava la compagnia degli amici. Era un metallaro con un cuore di panna. Un ragazzo puro, genuino, vero. Aveva tanti progetti che noi porteremo avanti».

Al funerale c’era anche Don Giorgio Lorenzon, amico della famiglia, le insegnanti di Carlo, la Protezione Civile ed una rappresentanza della Polizia Postale di Mestre dove lavora lo zio. Carlo era donatore di organi ed ha donato i tessuti. Al termine della messa gli stessi amici, a spalla, l’hanno accompagnato fuori dalla chiesa sulle note di “Ecstasy of gold” mentre volavano in cielo, divenuto azzurro, palloncini bianchi e blu. —

Sandro Perissinotto

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