Lavoratore si rivolge al legale per ottenere i buoni pasto

MARCON. Solo dopo cinque mesi riesce a essere rifondato dei buoni pasto, per colpa di una anomalia tecnologica del sistema di gestione di Poste Italiane. Il protagonista è un giovane di Quarto d’Alti...

MARCON. Solo dopo cinque mesi riesce a essere rifondato dei buoni pasto, per colpa di una anomalia tecnologica del sistema di gestione di Poste Italiane. Il protagonista è un giovane di Quarto d’Altino che lo scorso anno ha lavorato tre mesi come novantista nell’ufficio postale di Marcon. Da luglio a settembre compresi, con un contratto da portalettere che prevedeva, oltre allo stipendio, anche i buoni pasto giornalieri del valore 5 euro ciascuno. Dopo i primi due mesi in cui comunque i buoni di luglio e agosto avevano tardato ad arrivare, nell’ultimo il giovane non ha però visto l’aggiunta in busta paga dei buoni, per un ammontare di circa cento euro.

Da lì è iniziato un lungo confronto con l’azienda che si è concluso solo ieri dopo l’intervento di un avvocato interpellato dall’ex dipendente. «Quando, a contratto scaduto, sono andato a riconsegnare casco e pettorina», racconta Luca Nanni, ex dipendente, «ho chiesto i buoni pasto non ancora ricevuti e, dopo aver controllato, mi è stato risposto di provare a richiamare dopo qualche giorno». Così sono passate le settimane e i mesi, finché lunedì scorso il giovane si è rivolto a un legale che ha scritto a Poste Italiane. “Si è verificato un errore di gestione nella pratica”, confermano da Poste Italiane. “Quei buoni pasto gli spettano di diritto”. (s.b.)

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