L'Ascom minaccia la serrata
Mira. Carraro: «La denominazione di Città d'arte ucciderà i negozi»

Adelino Carraro dell’Asocm
MIRA.
Commercianti miresi in rivolta pronti a una serrata contro il recente ottenimento di Mira della denominazione di città d'arte. A dichiarare guerra al comune, che da tempo mirava diventare città d'arte, è il presidente dell'Ascom della Riviera del Brenta Adelino Carraro.
«Avevamo già spiegato in tutte le salse - spiega Carraro - che non volevamo questa denominazione solo in apparenza qualificante. Non la vogliamo perché è un pugno nello stomaco al commercio del più popoloso centro della Riviera. Con questa denominazione, e la legge regionale conseguente, i grossi centri commerciali e supermercati potranno tenere aperto tutti i giorni, di sabato e anche di domenica. Mira ha ancora, soprattutto nelle frazioni, tanti piccoli negozi di alimentari, frutta, abbigliamento, macellerie, tabacchi. Negozi che per personale e costi di gestione non hanno la possibilità di tenere aperto anche il sabato e la domenica». Per l'Ascom il ragionamento è lampante: i commercianti si vedranno sottrarre dalle grosse catene di supermercati e grande distribuzione la poca clientela che avevano difeso nonostante la crisi. Le stime di Carraro sono chiare. «A Mira abbiamo circa 200 associati - dice - e di questi il 30% è già difficoltà per la crisi. Senza esagerare, si può dire che se si perseguirà la politica della liberalizzazione selvaggia degli orari, si può stima che chiuderanno le saracinesca in pochi mesi, quasi una quarantina di negozi (il 20%)». «Il comune di Mira deve sedersi ad un tavolo e concordare orari di apertura e deroghe con noi - dice - e non fare come fino ad ora, cioè chiedere la denominazione Città D'arte nonostante il nostro parer contrario. In questi giorni stiamo sensibilizzando i nostri associati e gli esercenti, informandoli di questa brutta novità. Se il comune tira dritto ancora, entro poche settimane siamo pronti a proteste come la serrata».
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