«L’arte delle perle veneziane patrimonio dell’Unesco»

VENEZIA . Racchiudono la storia di Venezia, sono una diversa dall’altra e il loro fascino resiste ai secoli. Perle e l’arte di saperle fare saranno al centro dell’incontro “Perlere, perleri, impiraresse, appassionati, studiosi e collezionisti”, venerdì alla Scoletta dei Calegheri alle 17.30. Organizzata dal Comitato per la tutela storica e culturale delle perle veneziane, la conferenza, a cui parteciperanno la presidente del Consiglio comunale Ermelinda Damiano e Katia Basili per l’Unesco, farà il punto sulla candidatura rivolta all’Unesco di includere nel Patrimonio intangibile l’arte di fare le perle.
Una pratica avviata nel 2013 che vede coinvolte Venezia, Parigi e il Ghana, collegate dal filo rosso della produzione di perle. «Noi non candidiamo gli oggetti, ma il modo e le tecniche con cui si fanno e si infilano le perle» spiega Cristina Bedin, presidente del Comitato che racchiude chi produce le perle, chi le colleziona, chi le studia e chi crea monili «Candidiamo quindi due saperi: saperle fare come dimostrano le tantissime tecniche a lume e il saperle utilizzare per creazioni». Sarà presente anche Patrice Castex, referente della stessa iniziativa in Francia. Nella tradizione francese sono due in particolare le perle che hanno fatto storia: le perle nacrée e l’essenza d’Oriente, una piccola perla soffiata trasparente riempita di un liquido ricavato dalle squame di un pesce. Per Venezia sono candidate le perle rosette, le conterie e le perle a lume. L’iniziativa è seguita (solo per citare qualcuno) da Luisa Conventi, organizzatrice ogni anno della Festa delle Impiraresse, all’impiraressa contemporanea Marisa Convento, dalla francese trapiantata a Murano Muriel Balensi che utilizza la tecnica a sommerso fino a Salvatore Sito che usa una ricca molteplicità di materiali, includa la foglia d’oro.
La candidatura per ora segue due strade parallele, una in Italia e una in Francia, ma dovrebbe entrare anche il Ghana che ha già firmato la convenzione Unesco. Lo scorso 2 ottobre il Comitato veneziano ha presentato il primo dossier al Mibac: entro fine anno dovrebbe unire la propria documentazione a quella francese per avviare la candidatura internazionale.
«L’arte della perla ha rappresentato un’eccellenza per la città» spiega la storica Maria Teresa Sega, autrice del libro Perle e impiraperle «Venezia aveva il primato mondiale nell’esportazione di perle, fonte di ricchezza perchè scambiate anche con merci preziose, come dimostra lo scambio con l’Africa». In Ghana alcune etnie producono da secoli perle. «A Venezia l’arte della perla è legata al lavoro delle donne perché sia l’infilatura che la creazione delle perle a lume potevano essere fatte a domicilio. La perla rappresenta Venezia, la sua creatività, la sua ricchezza e il suo prestigio».
Vera Mantengoli
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