L'appello di un giovane ristoratore di Noale: «Nessun diritto ai ristori, rischiamo di chiudere»

NOALE. Una vicenda che fa rabbia, un mix tra delusione e impotenza. C’è una famiglia di Spinea che investe nel ristorante Allo Stallo a Noale a novembre 2019. Quattro mesi dopo, nonostante gli affari andassero bene, deve chiudere per la pandemia. E siccome non ha lo storico dei fatturati degli anni precedenti, essendo un’azienda nuova, non ha diritto ad alcun ristoro. Ora i titolari chiedono aiuto, per sopravvivere e tenere vivo il sogno.
«Mio papà Massimo», racconta Dimitri Gratilov di 23 anni, «ha fatto il cuoco per 40 anni, mia mamma Aurelia è stata infermiera, io ho lavorato nel settore alberghiero. Il nostro scopo è sempre stato aprire un locale e un anno e mezzo fa ce l’abbiamo fatta»
Una cinquantina di coperti, cucina di pesce aperta dal martedì alla domenica a mezzogiorno e sera, nessun dipendente a carico. E un bel giorno arriva la mazzata della chiusura. Così per Dimitri e i suoi genitori si presenta davanti l’Everest da scalare.
«Abbiamo provato con l’asporto» aggiunge il giovane «e facendo delle modifiche al menu aggiungendo la paella, ma non riusciamo a sostenere le spese. Abbiamo chiesto un prestito ma ci è stato negato, proprio perché abbiamo iniziato da pochi mesi. Eppure le bollette, l’affitto da pagare e le spese ordinarie non sono mai cessate. Lavoriamo poco, solo qualcosa nel fine settimana, poi è zero assoluto. Ci abbiamo rimesso di tasca nostra».
A Dimitri è venuta l’idea di lanciare un appello sui social perché si possa avere un sostegno economico. «Stiamo morendo di fame», continua il 23enne, «e se qualcuno ci darà una mano, ricambieremo. I soldi servono per coprire le spese di base e per tenere vivo un sogno». —
Alessandro Ragazzo
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